Concordato biennale: risultati deludenti e necessità di revisione

Il concordato biennale, introdotto con l’obiettivo di offrire ai titolari di partita IVA una previsione certa del proprio carico fiscale per due anni, non ha prodotto i risultati sperati. Secondo gli esponenti della Lega, il meccanismo ha avuto un impatto inferiore alle aspettative, portando nelle casse dello Stato circa 1,5 miliardi di euro, ben lontano dalle cifre previste. “Ha dato scarsi risultati ed è sicuramente da rivedere”, ha dichiarato il deputato leghista Alberto Gusmeroli, sottolineando la necessità di una riflessione più ampia sulle politiche fiscali.

L’obiettivo: tagliare l’Irpef per il ceto medio

L’intento, sebbene non esplicitamente dettagliato nella proposta di legge, sarebbe quello di reperire fondi per alleggerire il peso dell’Irpef sul ceto medio. Si tratta di un obiettivo condiviso dalla maggioranza, che già sperava di finanziare il taglio fiscale con gli incassi del concordato biennale, i quali, però, si sono rivelati insufficienti.

Il concordato, ideato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, permetteva ai professionisti e alle imprese di definire in anticipo il proprio reddito fiscale per due anni, sulla base di una proposta dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, la misura non ha riscosso l’adesione sperata, a causa di incertezze sui vantaggi effettivi e di un quadro economico ancora incerto.

Il dibattito sulla revisione e alternative fiscali

Di fronte a questi risultati, la Lega spinge per una revisione dello strumento e per il rilancio di altre misure, come la “flat tax incrementale”, che era già stata sperimentata in forma ridotta per i lavoratori dipendenti nella prima manovra del governo Meloni. L’idea sarebbe quella di incentivare la crescita del reddito imponibile senza penalizzare chi dichiara guadagni maggiori.

Il problema principale resta, però, quello delle coperture finanziarie. Se il concordato biennale non ha generato le entrate previste, bisognerà trovare nuove soluzioni per finanziare il taglio dell’Irpef senza compromettere i conti pubblici. Il dibattito all’interno della maggioranza è aperto, e nelle prossime settimane potrebbero emergere nuove proposte per rendere il sistema fiscale più efficace e sostenibile.

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