Foggia:Tangenti e politica,La lunga udienza di La Salandra

Ieri , presso il tribunale, l’onorevole Giandonato La Salandra, esponente di Fratelli d’Italia, è stato ascoltato in merito all’indagine sulle presunte tangenti legate al piano di edificazione proposto da Paolo Tonti e sostenuto da Michele D’Alba.Il Tonti si è proclamato innocente, ha dichiarato di avere tutte le carte in regola e di non aver mai avanzato offerte indebite.

La Salandra, convocato dal giudice Dello Iacono ha finalmente presenziato dopo aver disertato le precedenti udienze adducendo impegni istituzionali. La sua deposizione è durata a lungo, tra momenti di tensione e contraddizioni, mettendo in luce un quadro complesso di relazioni interne al consiglio comunale e di dinamiche poco trasparenti.

Intercettazioni e nervosismo

Durante l’udienza, sono state analizzate alcune intercettazioni che hanno sollevato interrogativi. Le conversazioni sembrano suggerire interpretazioni ambigue sul ruolo di alcuni consiglieri, con particolare attenzione rivolta alle dichiarazioni rilasciate da Suoragnese e De Martino, colleghi di partito di La Salandra, nelle precedenti udienze.

Nel corso delle domande, l’onorevole è apparso visibilmente nervoso, fornendo risposte poco esaustive. Molte volte ha ripetuto di non ricordare, un atteggiamento che ha portato il giudice a insistere: “Cercheremo di farle ricordare il tutto”.

Un punto centrale del confronto è stato il rapporto tra La Salandra e il consigliere Bruno Longo, anch’egli di Fratelli d’Italia. La Salandra ha ammesso che durante il consiglio comunale vi furono discussioni accese, ma ha negato di avere ricordi chiari su presunti riferimenti a tangenti ma di averle sentite da altri esponenti.

Il ruolo di Paolo Tonti e il caso Fiore

L’udienza si è concentrata in larga parte sulla figura dell’imprenditore Paolo Tonti. Alcuni consiglieri, secondo le intercettazioni, avrebbero inizialmente manifestato contrarietà al piano edilizio per poi cambiare improvvisamente posizione. Un caso emblematico è stato quello del consigliere Fiore, che votò a favore.

Alla domanda su chi avesse parlato per primo della vicenda Tonti, La Salandra ha indicato l’avvocato Miccoli, sollevando ulteriori interrogativi sull’origine delle informazioni e sulla trasparenza dell’intero processo decisionale.

Conclusioni e prospettive

La testimonianza di Giandonato La Salandra non ha fugato i dubbi sulla vicenda. Le numerose dichiarazioni poco chiare e il continuo richiamo alla mancanza di memoria rischiano di complicare ulteriormente la posizione dell’onorevole e del suo partito, già messo a dura prova dalle spaccature interne.

La prossima udienza si preannuncia cruciale, con l’attenzione concentrata sulle implicazioni politiche e giudiziarie di una vicenda che continua a sollevare domande sulla trasparenza e l’etica nelle istituzioni locali.

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