Bari:Insofferenza della politica al controllo un pericolo per la sicurezza e la giustizia
L’analisi del procuratore di Bari, Roberto Rossi, sull’attività della Procura nel 2024 offre uno spaccato preoccupante del contesto sociale e amministrativo in cui la giustizia si trova a operare. In un distretto come quello della Corte d’Appello di Bari, dove la mafia ha dimostrato una straordinaria capacità di infiltrarsi nell’economia legale e nella vita amministrativa, le riforme orientate a limitare il potere investigativo rischiano di avere effetti devastanti.
La sfida della criminalità organizzata
Il procuratore Rossi evidenzia come la criminalità organizzata non sia soltanto una minaccia per l’ordine pubblico, ma anche un fenomeno capace di attrarre giovani e giovanissimi, trasformandosi in un “mito” da emulare. La capacità della mafia di sfruttare settori strategici dell’economia, spesso attraverso la corruzione e il riciclaggio di denaro, è particolarmente allarmante. Dove circolano grandi quantità di denaro pubblico, come nell’edilizia, nella sanità e nei grandi appalti, si annidano le radici di un sistema corruttivo che mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Riforme che indeboliscono il potere investigativo
Le recenti riforme, dettate da una crescente insofferenza della politica verso il controllo giudiziario, rischiano di compromettere l’efficacia delle indagini. Strumenti essenziali per l’accertamento della verità, come le intercettazioni e il monitoraggio dei flussi finanziari, vengono limitati, con il risultato di rendere più difficile il contrasto alle organizzazioni criminali. Questo non solo incide negativamente sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini, ma anche sulla sicurezza reale, favorendo un terreno fertile per il proliferare di attività illecite.
Il doppio gioco del potere politico
Un aspetto particolarmente critico è rappresentato dal rapporto ambiguo tra politica e magistratura. Secondo alcuni personaggi,da Youfoggia.com intervistati,i politici cercano spesso di avvicinarsi alla magistratura attraverso convegni e incontri sulla legalità, presentandosi come paladini della giustizia e della trasparenza. Tuttavia, questo atteggiamento nasconde una strategia più subdola: consolidare il proprio potere e garantire una sorta di immunità ai propri sostenitori. In molti casi, i “delfini” politici vengono lasciati liberi di perpetuare pratiche che portino un ritorno, mentre la retorica della legalità diventa un’arma di propaganda.
Come rispondere a questa sfida?
Per contrastare questo sistema, è necessario adottare un approccio integrato e determinato:
- Rafforzare l’indipendenza della magistratura
La giustizia deve essere libera da pressioni politiche e dotata di strumenti adeguati per combattere la criminalità organizzata e la corruzione. È essenziale respingere le riforme che limitano il potere investigativo. - Educare alla legalità
Contrastare l’attrattiva della criminalità tra i giovani è fondamentale. Occorrono campagne di sensibilizzazione, investimenti nell’istruzione e iniziative culturali che promuovano modelli positivi. - Trasparenza nei flussi finanziari
È indispensabile intensificare il monitoraggio dei flussi di denaro, con un’attenzione particolare ai settori a rischio. La collaborazione tra autorità giudiziarie e agenzie finanziarie è cruciale. - Vigilanza sui rapporti tra politica e magistratura
Occorre una maggiore trasparenza negli incontri tra politici e magistrati, per evitare che questi diventino occasioni di influenza indebita.
L’insofferenza della politica al controllo rappresenta una minaccia per la giustizia e la sicurezza. In un territorio come quello di Bari, dove la mafia è radicata e i fenomeni corruttivi sono diffusi, la lotta per la legalità non può essere compromessa da riforme che indeboliscono il potere investigativo. Solo con un impegno collettivo e coerente sarà possibile costruire una società più giusta e sicura.