Foggia:16 arresti il Procuratore Laronga denuncia l’arroganza della criminalità e la devastazione per le comunità

“Rapine devastanti per le comunità”. Con queste parole il Procuratore Aggiunto di Foggia, Antonio Laronga, ha commentato l’operazione che ha portato a 16 arresti questa mattina tra il capoluogo e la provincia: otto persone sono state fermate per rapine nei negozi di Foggia e altre otto per assalti ai bancomat in diverse zone d’Italia.

L’impatto sui piccoli comuni: danni economici e sociali

Laronga ha evidenziato la gravità delle conseguenze di questi crimini, soprattutto nei piccoli comuni:

“Pensate ai danni per un comune che subisce l’assalto all’unico bancomat presente. Si crea disagio per i cittadini, che perdono un servizio essenziale, e si genera turbamento dell’ordine pubblico con esplosioni nel cuore della notte. Sono reati che incidono sulla carne dei cittadini.”

Il riferimento è chiaro: non si tratta solo di danni materiali, ma di un impatto profondo sulla qualità della vita delle comunità locali. In territori già provati dalla mancanza di servizi, la distruzione di un bancomat o di una banca equivale a una ferita aperta, che mina la fiducia e la sicurezza della popolazione.

L’arroganza della criminalità

Laronga ha sottolineato con forza la sfrontatezza di questi criminali, che non si fermano nemmeno davanti al rischio di essere scoperti:

“Lo dimostra il fatto che ieri, a San Severo, abbiano attraversato il centro storico con una pala meccanica per assaltare un istituto di credito. Distruggere gli uffici fino a renderli inagibili significa che sono pronti a tutto.”

L’utilizzo di mezzi come escavatori e pale meccaniche in pieno centro cittadino è un segnale allarmante della tracotanza dei malviventi, che non temono le forze dell’ordine e agiscono con estrema violenza, anche a costo di compromettere intere strutture.

Un territorio complesso e risorse limitate

Il Procuratore Aggiunto ha poi messo in luce le difficoltà operative in una provincia vasta e complessa come quella di Foggia, dove non solo si registra una presenza mafiosa radicata, ma anche una criminalità comune sempre più aggressiva:

“Non ci sono state segnalazioni, nemmeno per episodi eclatanti come quelli di Apricena e San Severo, dove sono state sventrate banche e negozi con escavatori. Questo rende il nostro lavoro ancora più difficile. Le risorse umane sono limitate, non navighiamo nell’oro.”

Il riferimento è anche al silenzio della cittadinanza, un fenomeno che ostacola ulteriormente le indagini. In un contesto dove la paura e l’omertà prevalgono, è complicato per le autorità raccogliere informazioni utili per risalire ai responsabili.

“Rispondiamo colpo su colpo”

Nonostante le difficoltà, Laronga ha assicurato l’impegno costante della magistratura e delle forze dell’ordine:

“Ci troviamo dinanzi a una criminalità sfrontata, ma noi ci siamo e non ci lasciamo impressionare. Rispondiamo colpo su colpo.”

Il messaggio è chiaro: la sfida contro la criminalità, per quanto ardua, non verrà mai abbandonata. Laronga ha ribadito che l’operazione di oggi rappresenta solo un ulteriore passo in avanti in un territorio che richiede un’attenzione straordinaria e un impegno senza tregua.

La richiesta di maggiore collaborazione

Infine, Laronga ha lanciato un appello alla cittadinanza, sottolineando l’importanza delle denunce e della collaborazione attiva per contrastare la criminalità:

“Non possiamo individuare i responsabili interrogando l’intelligenza artificiale. Serve un impegno enorme, e in questo le segnalazioni della cittadinanza possono fare la differenza.”

La promessa è quella di non mollare, ma anche l’invito a rompere il muro di paura e silenzio che spesso avvolge questi territori, per costruire una risposta collettiva e più efficace contro una criminalità sempre più audace.

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