Foggia-Matera: Le ispezioni nelle celle diventano routine: sequestrati telefoni cellulari e coltelli nei penitenziari di Foggia e Matera
Le ispezioni all’interno delle celle sono ormai diventate una prassi quotidiana nei penitenziari italiani, rivelando preoccupanti tentativi di introduzione e occultamento di oggetti proibiti. Nei giorni scorsi, gli agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Foggia hanno scoperto telefoni cellulari e due coltelli accuratamente nascosti nelle stanze occupate da diversi detenuti.
Un’analoga operazione di controllo si è svolta nel penitenziario di Matera, dove sono stati sequestrati ben sette telefoni cellulari e coltelli con lame lunghe circa undici centimetri. Gli oggetti erano stati meticolosamente occultati all’interno delle celle occupate da detenuti di nazionalità italiana.
Un fenomeno in crescita
Secondo il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), Donato Capece, questo tipo di ritrovamenti non rappresenta un caso isolato ma un fenomeno in costante aumento. Capece ha evidenziato come i tentativi di introdurre illegalmente telefoni cellulari e stupefacenti nelle carceri siano «sempre più frequenti», rappresentando una seria minaccia alla sicurezza interna degli istituti penitenziari.
«È fondamentale – ha dichiarato Capece – che le istituzioni ascoltino il nostro appello e investano maggiormente nella sicurezza. Solo così sarà possibile garantire carceri più sicure, sia per gli operatori sia per la collettività». Tra le misure suggerite dal sindacato, vi sono l’aumento del personale, l’implementazione di tecnologie più avanzate per il controllo, e una maggiore attenzione alle modalità di accesso e sorveglianza.
La necessità di un intervento strutturale
Questi episodi sollevano interrogativi urgenti sul funzionamento e sull’efficacia dei controlli nei penitenziari italiani. Nonostante l’impegno degli agenti della Polizia Penitenziaria, che quotidianamente si trovano a fronteggiare situazioni di rischio, emerge la necessità di un intervento strutturale da parte delle istituzioni.
L’introduzione di oggetti pericolosi come coltelli o dispositivi di comunicazione come i telefoni cellulari rappresenta un elemento di destabilizzazione per l’ordine e la sicurezza all’interno delle carceri, aumentando i rischi di organizzazione di attività illecite e compromettendo il percorso rieducativo dei detenuti.
Le ispezioni condotte nei penitenziari di Foggia e Matera dimostrano la professionalità e la determinazione degli agenti della Polizia Penitenziaria nel contrastare un fenomeno sempre più preoccupante. Tuttavia, è evidente che servono maggiori risorse e investimenti per arginare in modo efficace il problema. Le carceri non possono essere lasciate sole: occorre una strategia condivisa tra amministrazioni e istituzioni per garantire un ambiente più sicuro, nel rispetto della legalità e dei diritti di tutti gli attori coinvolti.