Foggia:Caporalato e insediamenti abusivi in Capitanata 114 milioni bloccati e il dramma dei braccianti agricoli
In Capitanata, il cuore pulsante dell’agricoltura italiana, il dramma degli insediamenti abusivi dei braccianti agricoli si intreccia con lo stallo nell’utilizzo dei fondi stanziati per superarli. Sono infatti 114 milioni di euro, previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), bloccati da quasi tre anni. Fondi destinati a soluzioni alloggiative dignitose, trasporti, assistenza sanitaria e istruzione per i lavoratori agricoli.
Questi interventi mirano a spezzare la catena del caporalato che ancora domina il settore, ma la mancata attuazione dei progetti lascia migliaia di braccianti in condizioni di vita degradanti. Si stima che siano circa 7.000 i lavoratori che vivono nei cosiddetti “insediamenti informali” più grandi d’Italia, come l’ex pista aeroportuale di Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci, epicentri di sfruttamento e marginalità.
Insediamenti storici e tragedie dimenticate
A Torretta Antonacci, un insediamento nato nei primi anni 2000 sulle ceneri del Gran Ghetto di Rignano Garganico, la situazione è emblematica. Nonostante i 27 milioni stanziati per il suo superamento, l’area ospita ancora circa 1.500 braccianti nei periodi di bassa stagione e fino a 2.500 nei picchi di raccolta del pomodoro. Qui, tra baracche, lamiere e container, si vive senza acqua corrente, servizi igienici adeguati o sicurezza.
Le tragedie non mancano: nel 2017, un incendio divampato durante lo sgombero del ghetto uccise due braccianti maliani. Più recentemente, a settembre 2023, Tounkara Karamoko, 28 anni, è morto investito da un’auto mentre tornava al ghetto di Borgo Mezzanone su uno scooter.
Il nodo burocratico e il paradosso dell’illegalità
Gli incontri in Prefettura a Foggia tra il commissario straordinario nazionale e i sindaci locali continuano a concludersi senza risultati concreti. Secondo l’Unione Sindacale di Base (Usb), non è solo la lentezza amministrativa, ma anche un “vizio di forma” nei criteri di destinazione dei fondi.
«Con i 27 milioni stanziati per Torretta Antonacci si potrebbero costruire resort di lusso, ma a chi sarebbero destinati? La maggioranza dei braccianti ha documenti scaduti o irregolari. I nuovi alloggi rischiano di diventare strutture fantasma, accessibili solo a lavoratori regolari, una minoranza in questa zona», afferma Caruso.
L’abolizione del permesso di soggiorno per protezione speciale (prevista dal Decreto Cutro) ha peggiorato la situazione, lasciando molti lavoratori in un limbo giuridico: non espellibili ma nemmeno regolarmente riconosciuti.
Un futuro incerto
La Capitanata, che produce oltre un terzo dei pomodori italiani, è il simbolo di un sistema agroalimentare basato su sfruttamento e marginalità. Il fallimento nell’attuazione delle misure previste dal Pnrr non solo perpetua condizioni disumane, ma rafforza il controllo dei caporali, rendendo il riscatto dei braccianti un obiettivo sempre più lontano.
Nel frattempo, i fondi restano inutilizzati, le vite di migliaia di lavoratori pendono su un filo e il territorio si interroga su quanto ancora sarà necessario attendere per vedere un reale cambiamento.