Bari:Il giuramento degli allievi finanzieri segna una giornata di festa, ma il coro goliardico crea polemiche
“Siamo finanzieri e non Carabinieri “
Nella suggestiva cornice dello Stadio della Vittoria di Bari, si è svolta la cerimonia di giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana degli allievi finanzieri del 23º corso, un momento solenne che ha visto la partecipazione di 773 neofinanzieri e oltre 8.000 familiari. L’evento, carico di emozione e orgoglio, è stato impreziosito dalla simbolica consegna delle Fiamme, distintivo d’onore della Guardia di Finanza. Tuttavia, i festeggiamenti sono stati macchiati da un episodio controverso: alcuni allievi hanno intonato un coro goliardico che ha sollevato più di qualche sopracciglio.
Il coro incriminato
Durante i festeggiamenti, dai settori delle gradinate occupati dai neofinanzieri si è levato un coro ironico e pungente: “Noi non siamo carabinieri”. La frase, accompagnata da risate e applausi, ha immediatamente attirato l’attenzione del pubblico e delle autorità presenti. Sebbene si tratti di una tipica espressione goliardica usata negli ambienti di addestramento delle forze dell’ordine per sottolineare rivalità storiche e bonarie tra i diversi corpi, il gesto ha assunto un peso maggiore per la sua collocazione in un evento ufficiale, alla presenza di numerosi rappresentanti delle istituzioni.
Le reazioni dei vertici
Il coro ha suscitato l’irritazione del Comando Generale della Guardia di Finanza, che ha visto nell’episodio un comportamento inappropriato e potenzialmente lesivo dell’immagine del Corpo. Ancora più dura sarebbe stata la reazione del Comando Generale dei Carabinieri, che avrebbe interpretato il gesto come una mancanza di rispetto nei confronti dell’Arma.
Entrambi i vertici, secondo fonti vicine alle istituzioni, starebbero valutando l’adozione di misure disciplinari nei confronti degli allievi coinvolti. Parallelamente, è attesa una presa di posizione ufficiale, che potrebbe includere scuse formali da parte della Guardia di Finanza per stemperare la tensione.
Le radici della rivalità tra i corpi
L’episodio si inserisce in un contesto di rivalità storica tra i diversi corpi militari e di polizia, spesso alimentata da tradizioni interne e battute scherzose tra appartenenti alle varie forze dell’ordine. Tuttavia, tali espressioni, tipiche di momenti informali, possono risultare inopportune quando pronunciate in contesti ufficiali, come una cerimonia pubblica e solenne.
Questa rivalità, perlopiù innocua, serve talvolta a rafforzare lo spirito di corpo e l’identità dei singoli gruppi. Tuttavia, i vertici delle istituzioni ribadiscono da anni l’importanza di collaborare in armonia, sottolineando che le differenze tra i ruoli operativi dei vari corpi non devono mai essere motivo di divisione.
Cosa succederà ora?
L’episodio, sebbene apparentemente privo di intenti offensivi, rischia di diventare un caso mediatico e istituzionale. È probabile che nei prossimi giorni i vertici della Guardia di Finanza rilascino una dichiarazione ufficiale per chiarire la propria posizione e ribadire i valori di rispetto e cooperazione tra le forze dell’ordine.
Non è escluso che vengano presi provvedimenti disciplinari interni, sia per ribadire la serietà degli allievi finanzieri sia per lanciare un messaggio chiaro: in momenti solenni come il giuramento, è fondamentale mantenere un comportamento impeccabile, all’altezza della divisa che si indossa.
L’episodio, pur scivolando inizialmente nel goliardico, solleva interrogativi su quanto sia importante educare i futuri servitori dello Stato non solo alla competenza operativa, ma anche alla sensibilità istituzionale e al rispetto reciproco.