Foggia:La rotazione ai vertici istituzionali quale futuro per l’azione dello Stato?
Foggia si trova al centro di una significativa fase di cambiamenti istituzionali. Dopo l’avvicendamento del Comandante della Guardia di Finanza, il cambio del Questore e il trasferimento del Procuratore della Repubblica, arriva ora il momento del passaggio di testimone alla Prefettura. Maurizio Valiante, prefetto di Foggia dal 2020, si trasferirà ad Ancona, mentre il suo posto sarà assunto da Paolo Giovanni Grieco, attuale prefetto di Vibo Valentia, come stabilito nelle ultime ore dal Consiglio dei ministri.
Una rotazione strategica o un rischio di discontinuità?
Le istituzioni del territorio si interrogano sul futuro dell’azione dello Stato in un contesto complesso come quello della Capitanata. Negli ultimi anni, sotto la guida di Valiante e con il supporto di una Procura attiva e forze di polizia determinate, denominata “ Squadra Stato” si è intensificata la lotta alla criminalità organizzata e al caporalato e, le infiltrazioni mafiose nelle società di servizio che lavorano con enti pubblici, tre piaghe storiche che affliggono la provincia. Il territorio ha visto una presenza più marcata delle istituzioni statali, con operazioni mirate e un focus crescente sul ripristino della legalità.
Ora, con la partenza contemporanea di più figure chiave, tra cui il procuratore Ludovico Vaccaro, il Questore e il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, si solleva il timore che questi avvicendamenti possano rallentare l’azione repressiva e strategica messa in campo fino a oggi.
Chi è Paolo Giovanni Grieco?
Paolo Giovanni Grieco, 65 anni, originario di Buccino, in provincia di Salerno, è un dirigente di lungo corso con un profilo solido e una vasta esperienza maturata in vari contesti istituzionali. Il suo recente incarico a Vibo Valentia, una provincia con problematiche simili a quelle di Foggia in termini di radicamento della criminalità organizzata, suggerisce che Grieco potrebbe continuare sulla linea tracciata dal suo predecessore. Tuttavia, molto dipenderà dalla sinergia che riuscirà a creare con le altre figure istituzionali e con la società civile.
Il nodo dell’azione repressiva
La vera domanda che emerge è: l’azione repressiva condotta fino a oggi proseguirà con la stessa intensità?
Gli ultimi anni hanno visto un aumento delle operazioni antimafia, dei sequestri di beni illeciti e dell’attenzione sui fenomeni di illegalità diffusa, grazie a una chiara volontà politica e amministrativa. Tuttavia, il rischio di un rallentamento, soprattutto in una fase di transizione come questa, è concreto. La continuità nell’azione dello Stato dipenderà dalla rapidità con cui il nuovo prefetto, così come gli altri vertici istituzionali recentemente insediati, riusciranno a inserirsi nei meccanismi già avviati.
Cosa aspettarsi dal futuro
La Capitanata ha dimostrato, negli ultimi anni, di poter alzare la testa grazie a un’azione congiunta dello Stato e delle forze dell’ordine. Tuttavia, l’equilibrio è fragile e richiede costanza, determinazione e una strategia di lungo termine. Paolo Giovanni Grieco eredita un territorio complesso, ma anche un modello operativo già consolidato, che avrà il compito di potenziare e adattare alle sue direttive.
I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere se Foggia continuerà a essere al centro dell’attenzione nazionale e se le istituzioni manterranno alta la guardia contro la criminalità organizzata e l’illegalità diffusa. La posta in gioco è alta: il territorio non può permettersi passi indietro.