Basilicata-Potenza: nuova manifestazione contro la gestione della crisi idrica

Dopo la manifestazione del 12 novembre sotto la sede della Regione Basilicata, i cittadini tornano in piazza per protestare contro la gestione della crisi idrica che sta colpendo 29 comuni della regione, incluso il capoluogo, Potenza. Il nuovo appuntamento, organizzato dal Comitato Acqua Pubblica, si è svolto il 16 novembre con un corteo partito alle 10 da Piazza Mario Pagano, che ha attraversato la città fino a raggiungere Piazza Matteotti.

Le ragioni della protesta

Gli organizzatori della manifestazione puntano il dito contro le forze politiche e i governi regionali e nazionali che, negli ultimi cinquant’anni, non hanno saputo programmare interventi adeguati. Nel mirino ci sono la mancata manutenzione della diga del Camastra e il mancato rifacimento delle reti idriche, ritenute obsolete e responsabili di gravi sprechi d’acqua.

“Questa emergenza – dichiarano i promotori – è il risultato di decenni di cattiva gestione. Né il centrodestra né il centrosinistra hanno affrontato in modo serio e strutturale il problema, lasciando che si aggravasse fino a raggiungere una situazione insostenibile.”

Le critiche al piano della Regione

La tensione è aumentata anche a causa delle decisioni prese dalla giunta guidata da Vito Bardi. Uno degli interventi previsti, ovvero la realizzazione di uno sbarramento sul fiume Basento per canalizzare l’acqua fino all’invaso del Camastra, è stato definito “inquietante” dai manifestanti. Il Comitato Acqua Pubblica ritiene che tale progetto non solo sia inefficace, ma potrebbe compromettere ulteriormente la qualità delle acque destinate al consumo.

Le rassicurazioni fornite dall’Arpab (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata) dopo le analisi effettuate sulle acque del Basento non sono state sufficienti a placare le preoccupazioni. I cittadini lamentano una mancanza di trasparenza e temono che la soluzione prospettata rappresenti un pericolo per la salute pubblica.

Le richieste dei manifestanti

Le associazioni e i movimenti aderenti alla protesta hanno diffuso un documento in cui spiegano nel dettaglio le ragioni della loro mobilitazione e le richieste avanzate alle autorità. Tra le priorità emergono:

  1. Un piano di investimenti immediato per la manutenzione delle infrastrutture idriche e il rifacimento delle reti obsolete.
  2. La tutela della qualità delle acque e la garanzia di trasparenza nei processi decisionali.
  3. Un maggiore controllo ambientale e l’adozione di soluzioni che non compromettano la sostenibilità del territorio.

Un problema di portata regionale

La crisi idrica che sta colpendo la Basilicata non è solo una questione tecnica, ma riflette un problema strutturale nella gestione delle risorse idriche. Le ripetute segnalazioni di sprechi, perdite nelle reti e decisioni poco lungimiranti hanno esasperato le comunità locali, che ora chiedono risposte chiare e interventi concreti.

Quella del 16 novembre è stata una manifestazione partecipata e simbolica, che ha ribadito la necessità di una gestione più responsabile e attenta delle risorse idriche. Il messaggio è chiaro: l’acqua è un bene comune e come tale va tutelato, per il presente e per le generazioni future.

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