Crisi idrica al limite: invaso di Occhito in drastico calo, allarme per famiglie e agricoltori
L’assenza prolungata di piogge sta mettendo in ginocchio il settore agricolo e le famiglie nelle regioni del Molise e della Puglia, aggravando una crisi idrica che sembra non trovare tregua. Il calo delle risorse idriche è particolarmente evidente nell’invaso artificiale di Occhito, uno dei principali serbatoi d’acqua della zona, situato al confine tra Molise e Puglia. Qui, secondo i dati rilevati dal Consorzio per la bonifica della Capitanata di Foggia, la disponibilità idrica attuale è di circa 30,5 milioni di metri cubi, ben al di sotto del cosiddetto “volume morto” – soglia che si attesta a 40,5 milioni di metri cubi – oltre la quale non è più possibile utilizzare l’acqua per l’irrigazione o l’uso potabile.
Il confronto con la situazione idrica di un anno fa risulta allarmante: l’8 novembre 2023, infatti, l’invaso di Occhito conteneva circa 111,8 milioni di metri cubi d’acqua, ben 81 milioni in più rispetto al livello attuale. La capacità totale dell’invaso è di 333 milioni di metri cubi, ma di questi solo 250 milioni sono effettivamente utilizzabili per il consumo umano e agricolo. Oggi, la scarsità d’acqua mette a rischio il fabbisogno di migliaia di persone e compromette gravemente le attività agricole, già provate dal clima sempre più arido.
Impatto su agricoltura e vita quotidiana
L’emergenza idrica sta colpendo in maniera devastante il settore agricolo, da sempre cuore economico e sociale di queste regioni. Con il livello idrico dell’invaso ridotto a livelli critici, gli agricoltori vedono a rischio le colture di stagione e quelle a lungo termine, soprattutto nel settore ortofrutticolo e cerealicolo, che richiedono un’irrigazione regolare. Molti produttori si trovano ora a dover ridurre la superficie irrigata, con pesanti ripercussioni economiche sia a livello locale sia per l’intera filiera alimentare nazionale.
Anche le famiglie subiscono pesantemente gli effetti della crisi idrica: sono ormai sempre più frequenti i razionamenti d’acqua, e si moltiplicano le ordinanze comunali per regolamentarne l’uso domestico e ridurne lo spreco. La carenza di acqua sta diventando una realtà quotidiana, in cui le restrizioni si fanno sempre più rigide per evitare un peggioramento della situazione.
Cause e soluzioni possibili: l’importanza di interventi strutturali
Le cause di questa crisi sono molteplici e riconducibili sia al cambiamento climatico, con periodi di siccità sempre più prolungati, sia alla mancanza di infrastrutture adeguate per la gestione dell’acqua. Se da un lato il riscaldamento globale sta intensificando i fenomeni di siccità, dall’altro la mancanza di investimenti in invasi e reti idriche efficienti rende difficile la raccolta e la conservazione dell’acqua piovana, lasciando il territorio vulnerabile ai periodi di secca.
Per affrontare questa emergenza, istituzioni e consorzi agricoli stanno avanzando proposte per migliorare la gestione dell’acqua, come l’ammodernamento degli impianti di irrigazione per ridurre gli sprechi e la realizzazione di nuovi bacini idrici per aumentare la capacità di riserva. Tuttavia, sono necessari interventi concreti e tempestivi: misure a lungo termine dovrebbero essere integrate con soluzioni immediate per garantire la sopravvivenza delle colture e il sostentamento delle famiglie.
La crisi idrica che sta colpendo Molise e Puglia è un segnale forte e drammatico di come il cambiamento climatico e la gestione delle risorse idriche siano temi sempre più centrali e urgenti. Con l’invaso di Occhito a livelli preoccupanti, si impone l’urgenza di politiche più efficaci e lungimiranti, che vadano oltre le emergenze stagionali per garantire una gestione sostenibile dell’acqua a lungo termine. Famiglie e agricoltori, intanto, restano in attesa di risposte concrete, sperando che le prime piogge possano alleggerire un carico ormai difficile da sostenere.