Foggia:Inchiesta su Amiu Puglia chiuse le indagini preliminari, cinque persone a rischio processo

Una vicenda di affidamenti in house, dati falsi e procedure irregolari ha portato a una complessa inchiesta giudiziaria su Amiu Puglia, l’azienda incaricata della raccolta rifiuti in alcuni comuni pugliesi, con particolare coinvolgimento del Comune di Foggia. Al centro dell’indagine, scaturita da esposti della cittadinanza attiva e del comitato “La Società Civile”, c’è l’accusa di turbativa del procedimento amministrativo da parte di alcuni dirigenti comunali e dell’azienda. Gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari sono stati notificati a cinque persone: Concetta Zuccarino, ex dirigente dell’Ambiente del Comune di Foggia; Antonello Antonicelli, direttore generale di Amiu; Saverio Longo e Giovanni Sorbo, funzionari comunali; e Maria Rosaria Mangiatori, referente del consorzio Conai.

L’accusa: affidamento in house con dati falsi e senza gara pubblica

Secondo le accuse, Zuccarino e Antonicelli avrebbero orchestrato un affidamento in house del servizio di raccolta rifiuti ad Amiu senza una gara pubblica, una pratica permessa in situazioni specifiche ma sottoposta a rigidi controlli. L’affidamento diretto sarebbe stato giustificato tramite documenti che, sempre secondo gli inquirenti, presentavano dati falsi o gonfiati, rendendo la procedura non trasparente e non competitiva. Nelle loro ricostruzioni, gli investigatori sostengono che l’affidamento del servizio sia stato condizionato da mezzi fraudolenti e collusioni tra i dirigenti coinvolti, che avrebbero agito nonostante fossero “consapevoli dell’inadeguatezza del servizio” fornito da Amiu.

La posizione di Concetta Zuccarino appare particolarmente delicata: secondo le indagini, l’ex dirigente avrebbe avuto piena consapevolezza dei limiti strutturali della dotazione di Amiu, senza eseguire i necessari controlli di legge per gli affidamenti in house. Gli inquirenti accusano anche il duo Zuccarino-Antonicelli di aver manipolato il contenuto della relazione prevista dall’articolo 34 per orientare la valutazione comparativa verso Amiu. Una scelta considerata illegittima, considerando la qualità insufficiente del servizio, i costi eccessivi di gestione e l’impatto rilevante sul bilancio aziendale degli utili dell’impianto TMB di Passo Breccioso, fondamentale per il mantenimento del servizio.

Discrepanza nei dati sulla raccolta differenziata

Un’altra accusa rivolta ad Antonicelli riguarda presunte discrepanze nei dati relativi alla raccolta differenziata. Il direttore generale di Amiu avrebbe indotto, tramite Giovanni Sorbo, l’inserimento di dati errati nel portale puglia.com, riportando percentuali di raccolta differenziata tra il 15 e il 17% anziché il dato reale, attestato al 5%. Un’alterazione che, se confermata, potrebbe configurare un tentativo di migliorare l’immagine del servizio di raccolta rifiuti della società, giustificando così l’affidamento diretto.

Il ruolo della cittadinanza attiva

Le indagini sono state sollecitate dagli esposti presentati dal comitato “La Società Civile”, allora presieduto dall’attuale assessora all’Ambiente di Foggia, Lucia Aprile, insieme a una rete di associazioni e professionisti locali. La cittadinanza attiva, denunciando queste presunte irregolarità, ha acceso i riflettori su pratiche amministrative e gestionali che, secondo i comitati, avrebbero danneggiato l’efficienza e la trasparenza del servizio pubblico.

Prossimi passi

Con la chiusura delle indagini preliminari, il procedimento si avvia verso una possibile fase processuale, dove le accuse mosse contro i cinque indagati saranno valutate. Se le accuse verranno confermate, la vicenda potrebbe aprire un dibattito su affidamenti in house, trasparenza e corretta gestione dei servizi pubblici locali, rilanciando il tema del controllo cittadino e della trasparenza nelle amministrazioni pubbliche.

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