Lecce-Brindisi:Inchiesta su furto di dati sensibili coinvolti quattro pugliesi e un lucano, tra cui agenti di polizia

La Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha sgominato un presunto giro di furto di dati sensibili e informazioni riservate, portando all’arresto di quattro persone e alla sospensione dal servizio di due investigatori pugliesi. L’inchiesta coinvolge, in totale, cinque persone originarie della Puglia e della Basilicata, tutte con ruoli collegati alle forze dell’ordine o, in precedenza, all’Arma.

Le sospensioni e gli arrestati

Le due sospensioni dal servizio riguardano Giuliano Schiano, investigatore della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) in servizio a Lecce, e Marco Malerba, ispettore di polizia in servizio presso il commissariato di Rho, Milano. Accusati di essere parte di un’associazione criminale organizzata per il furto di dati riservati, i due sono indicati come figure centrali del gruppo, agendo sotto la guida di Carmine Gallo, ex poliziotto. A loro si aggiungono Tommaso Cagnazzo, maresciallo dei carabinieri, Armando Gianniello, poliziotto brindisino anche lui al commissariato di Rho, e Vincenzo De Marzio, ex carabiniere, denunciati in stato di libertà.

Il gruppo e il metodo: “camuffamento” delle informazioni rubate

Secondo le accuse, il gruppo avrebbe operato come una vera e propria rete organizzata, con il compito di prelevare informazioni riservate dalle banche dati delle forze dell’ordine, camuffandole poi sotto forma di rapporti giornalistici o investigativi per occultarne l’origine illecita. Le operazioni informatiche erano gestite da Giulio Cornelli, responsabile dell’apparato telematico, e Nunzio Samuele Calamucci, socio della “Mercury Advisor srl”, azienda di “consulenza sulla sicurezza” che avrebbe fatto da facciata per le attività illecite.

Il ruolo di Marco Malerba: attività corruttive e vantaggi personali

Malerba, secondo le indagini, avrebbe svolto un ruolo centrale, utilizzando il sistema investigativo delle forze dell’ordine in modo sistematico per passare informazioni a Gallo. In una conversazione intercettata del dicembre 2022, Malerba si riferisce a una persona sotto esame elencando dettagli sui suoi precedenti legali, che poi avrebbe trasmesso immediatamente a Gallo per soddisfare la richiesta di un cliente. In cambio dei “favori” illeciti, Malerba avrebbe ricevuto benefici personali, tra cui, secondo l’accusa, un impiego per il figlio e il pagamento di spese legali in una controversia privata.

Conclusioni e impatto sull’opinione pubblica

La vicenda ha gettato luce su una pratica di corruzione e abuso di potere che ha suscitato sgomento nell’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla sicurezza dei dati riservati. L’inchiesta evidenzia la necessità di una maggiore tutela dei sistemi informativi utilizzati dalle forze dell’ordine e della protezione dei dati sensibili, fondamentali per il corretto funzionamento delle istituzioni di giustizia.

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