San Severo(FG): Il sequestro di immobili abusivi e il mistero dei controlli inefficaci
In questi giorni, San Severo è tornata alla ribalta per l’omicidio di Celeste Palmieri che ha scioccato il paese,ma anche per una operazione della Polizia di Stato .Una un’operazione congiunta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, della Squadra Mobile Sezione Criminalità Organizzata e della Polizia Locale, che ha portato al sequestro di diciotto immobili abusivi nel Rione San Bernardino. Un Decreto di Sequestro Preventivo, emesso dal GIP del Tribunale di Foggia, ha dato il via all’operazione che ha suscitato un acceso dibattito sulla gestione e sui controlli edilizi nel comune.
La situazione degli immobili abusivi
Le strutture sequestrate, visibilmente ampie e curate, sollevano interrogativi inquietanti sulla loro costruzione e sulla supervisione da parte degli uffici competenti comunali.Ci si chiede: fino ad oggi i controlli da parte del comune di San Severo sono stati mai effettuati? Gli immobili non sono apparsi all’improvviso; ci sono voluti mesi, se non anni, per realizzarli. È difficile credere che nessuno si sia accorto della loro costruzione, soprattutto in un contesto così ristretto e interconnesso come quello di San Severo.
Le voci che circolano tra i cittadini sono chiare: “Tutti sapevano, tutti vedevano, ma nessuno parlava”. Questo silenzio generalizzato potrebbe suggerire una mancanza di volontà o di capacità da parte delle autorità locali di intervenire efficacemente. Gli uffici preposti al controllo del territorio non possono giustificare la loro inattività, specialmente quando strutture di tale portata richiedono l’uso di mezzi pesanti, come betoniere, per il trasporto di calcestruzzo e mattoni,sabbia,infissi,vetri ecc.ecc.
Il ruolo della politica
La questione si fa ancora più complessa se si considera il ruolo della politica locale. Secondo alcune indiscrezioni , i rappresentanti istituzionali erano al corrente della situazione. Si solleva pertanto un interrogativo legittimo: la politica ha ignorato volutamente la costruzione degli immobili abusivi o non ha avuto la forza di intervenire? Gli uffici competenti hanno informato la politica ?La risposta sembra oscillare tra l’inefficienza e il timore di opporsi a certe famiglie o certi gruppi criminali.
La sensazione è che ci sia un equilibrio instabile tra la volontà di rispettare la legalità e le pressioni esercitate da coloro che, per ragioni economiche o sociali, potrebbero beneficiare di tali costruzioni. In una comunità piccola come San Severo, le dinamiche di potere si intrecciano e diventano sempre più opache.
Un problema sistemico
Il sequestro degli immobili abusivi è solo la punta dell’iceberg di un problema sistemico. Se da un lato si registra l’azione della giustizia, dall’altro si evidenziano le lacune nei controlli e nella gestione urbanistica. La situazione attuale suggerisce che le istituzioni devono rivedere le loro pratiche di monitoraggio e di intervento, affinché episodi simili non si ripetano in futuro.
Un aspetto preoccupante è l’atteggiamento della popolazione. La paura di opporsi a poteri consolidati e l’assenza di una cultura della legalità rischiano di perpetuare il silenzio complice. La testimonianza di chi vive nel territorio evidenzia che “qui nessuno si mette contro quella gente”, un’affermazione che racchiude in sé l’idea di una comunità rassegnata, che ha visto l’illegalità crescere senza sosta.
In conclusione, l’operazione di sequestro a San Severo deve essere interpretata non solo come una risposta della giustizia alla violazione delle norme edilizie, ma anche come un campanello d’allarme per le istituzioni. È fondamentale che ci sia un rinnovato impegno da parte dei controlli locali, affinché la legalità venga rispettata e che i cittadini possano sentirsi protetti e tutelati. La strada da percorrere è lunga, ma è necessario avviare un cambiamento profondo nella gestione del territorio e nelle relazioni tra politica e comunità.