Inchiesta “Ossigeno”: rinviati a giudizio 12 tra imprenditori e tecnici per corruzione e turbativa d’asta
LUCERA – Il giudice per l’udienza preliminare di Foggia, Francesca Mannini, ha rinviato a giudizio 12 persone coinvolte nell’inchiesta “Ossigeno” su presunti appalti pubblici pilotati sui Monti Dauni. Gli imputati, tra cui imprenditori, tecnici, dipendenti comunali e intermediari, sono accusati a vario titolo di due episodi di corruzione e sei turbative d’asta legate a sei appalti pubblici. La prima udienza del processo è fissata per il 21 novembre davanti al collegio “B” del Tribunale di Foggia, presieduto dal giudice Antonio Diella.
L’inchiesta “Ossigeno”
L’indagine, condotta dalla Procura di Bari in collaborazione con la Guardia di Finanza, è iniziata nel novembre 2013 con l’esecuzione di 11 ordinanze cautelari tra Bari e la provincia di Foggia. L’inchiesta ha portato a un totale di 23 indagati e ha svelato un sistema di corruzione e manipolazione delle gare d’appalto su più fronti. Le imputazioni originali comprendevano cinque episodi di corruzione e dieci di turbativa d’asta. Il caso è stato successivamente suddiviso in due filoni: uno barese, che ha visto già l’avvio del processo lo scorso ottobre, e uno foggiano, che ora vede sotto processo i 12 imputati rinviati a giudizio.
I 12 imputati e le accuse
Tra gli imputati principali figura Antonio Di Carlo, 64 anni, imprenditore di Lucera, accusato di due episodi di corruzione e sei turbative d’asta. Di Carlo era stato inizialmente arrestato nel corso del blitz del 2013 e ora dovrà affrontare il processo anche a Bari. Accusata insieme a lui anche la figlia Carmelisa Di Carlo, 34 anni, ingegnere, che dovrà rispondere di un episodio di corruzione e tre turbative d’asta.
Altri imputati coinvolti sono:
- Luigi Troso, 59 anni, architetto e responsabile del settore tecnico del Comune di Casalvecchio, accusato di corruzione e turbativa d’asta.
- Michele Camanzo, 67 anni, componente della commissione giudicatrice per i lavori in una scuola di Castelluccio dei Sauri, accusato di corruzione e turbativa d’asta.
- Antonio Ferrara, 67 anni, imprenditore di Lucera, accusato di quattro turbative d’asta.
- Bruno Maria Gregoretti, 63 anni, legale rappresentante della società “Adriatica Strade”, accusato di due turbative d’asta.
- Valter Pellegrino, 65 anni, responsabile dell’ufficio tecnico comunale di San Marco La Catola, accusato di turbativa d’asta.
- Vincenzo Manzi, 59 anni, tecnico dell’ufficio comunale di Celle San Vito, accusato di turbativa d’asta.
- Paolo Coppolella, 70 anni, ingegnere di Castelluccio Valmaggiore, considerato intermediario tra imprenditori e funzionari pubblici, accusato di turbativa d’asta.
- Vito Girardi, 62 anni, responsabile unico del procedimento e componente della commissione di gara per un appalto a Celle San Vito, accusato di turbativa d’asta.
- Amedeo Petronelli, 70 anni, membro della commissione di gara per lavori a Castelluccio, accusato di turbativa d’asta.
- Francesco Carrieri, 68 anni, ingegnere residente a Bari, coinvolto nell’aggiudicazione di lavori a Castelluccio, accusato di turbativa d’asta.
Le richieste di proscioglimento
Durante l’udienza preliminare, i difensori degli imputati – tra cui gli avvocati Gianluca Ursitti, Michele Curtotti, Vincenzo Paglia, Raul Pellegrini e altri – hanno chiesto il proscioglimento dei loro assistiti, sostenendo l’infondatezza delle accuse. Tuttavia, il Gup Mannini ha accolto la richiesta della pubblica accusa, rappresentata dal pm Anna Landi, decidendo di rinviare a giudizio i 12 imputati. La posizione di altri tre indagati è stata invece stralciata, in attesa di ulteriori sviluppi.
Il prossimo passo
La prima udienza del processo si terrà il 21 novembre, e gli imputati dovranno rispondere delle accuse mosse nei loro confronti. Questo caso rappresenta uno dei più importanti scandali di corruzione e manipolazione degli appalti pubblici della provincia di Foggia, con l’attenzione concentrata su come si evolverà il procedimento giudiziario.