Bisceglie(BT):Ex funzionario bancario sotto inchiesta per accessi abusivi ai conti di 3.500 clienti, tra cui politici e vip

Per oltre due anni, Vincenzo Coviello, 52 anni, funzionario di Bitonto, avrebbe compiuto accessi abusivi ai conti correnti di 3.500 persone, compresi politici di spicco e personalità note. Il caso è ora al centro di un’inchiesta della Procura di Bari, con l’ex dipendente della filiale di Banca Intesa Sanpaolo che rischia pesanti conseguenze legali dopo essere stato licenziato l’8 agosto scorso.

Gli obiettivi delle intrusioni

Le indagini hanno rivelato che Coviello avrebbe spiato conti correnti di individui di alto profilo, tra cui militari, celebrità e politici. Tra i nomi coinvolti figurano Giorgia e Arianna Meloni, i ministri Daniela Santanché e Guido Crosetto, il presidente del Senato Ignazio La Russa, e Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea. Anche il procuratore antimafia Giovanni Melillo e i governatori di Puglia e Veneto, Michele Emiliano e Luca Zaia, risultano tra le vittime.

L’indagine della Procura

L’inchiesta è guidata dal procuratore capo Roberto Rossi, con il supporto dei carabinieri del comando provinciale di Bari. L’indagine è partita dopo la denuncia di un cliente della banca, allertato da accessi anomali al suo conto. La violazione rientra nell’ambito dell’accesso abusivo a un sistema informatico, un reato previsto dall’articolo 615 ter del codice penale, con pene fino a tre anni di carcere, che possono salire fino a 10 anni se commesso da un pubblico ufficiale.

Durante una perquisizione condotta ieri mattina presso l’abitazione di Coviello, le forze dell’ordine hanno sequestrato smartphone, tablet e altri dispositivi elettronici che potrebbero contenere prove cruciali.

Le possibili ipotesi

Gli inquirenti si interrogano sulle motivazioni che hanno spinto Coviello a commettere tali reati. Potrebbe essersi trattato di una mera curiosità, spinta dall’interesse a monitorare le finanze di figure di rilievo. Tuttavia, non si esclude la possibilità che quei dati siano stati venduti a terzi per scopi economici o utilizzati in altri modi illeciti. Un’ultima ipotesi, meno probabile, è che altri abbiano utilizzato i codici di accesso di Coviello per compiere le violazioni.

Il ruolo della banca

L’indagine è partita grazie al sistema di sicurezza interno di Banca Intesa Sanpaolo, che ha rilevato comportamenti anomali. In un comunicato, la banca ha confermato che «il comportamento del dipendente non era in linea con le procedure interne e la normativa di settore». Grazie ai controlli ordinari, è stato possibile individuare la violazione e agire rapidamente. La banca ha tempestivamente informato le autorità e avviato le procedure disciplinari, tra cui il licenziamento dell’ex dipendente. Intesa Sanpaolo ha poi sottolineato il costante impegno per garantire la protezione dei dati della clientela.

L’inchiesta prosegue, e gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza sul numero esatto di vittime e sull’eventuale coinvolgimento di terzi in questo grave scandalo di violazione della privacy.

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