Bari:Assolti tre sottufficiali dei Carabinieri dall’accusa di truffa militare il fatto non sussiste
Si è concluso definitivamente con una sentenza di assoluzione piena il processo che vedeva coinvolti tre sottufficiali dei Carabinieri, accusati di truffa militare pluriaggravata continuata in concorso e violata consegna pluriaggravata in concorso. Il Tribunale Militare di Napoli ha infatti assolto il luogotenente N.S., il maresciallo maggiore R.D. e il brigadiere R.D., tutti in servizio all’epoca dei fatti presso il Comando Compagnia di Modugno, con la formula «perché il fatto non sussiste».
Le accuse
L’inchiesta, coordinata dalla Procura Militare di Napoli, aveva portato al rinvio a giudizio dei tre militari per presunti “artifici e raggiri”, commessi tra il 2018 e il 2019. Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero riportato sui documenti ufficiali orari di servizio falsificati, gonfiando i tempi delle operazioni rispetto a quelli realmente svolti. Inoltre, sarebbero state comunicate alle gerarchie superiori informazioni non corrispondenti al vero, con l’obiettivo di ottenere un compenso non dovuto per le ore di servizio straordinario.
Le indagini
Le indagini avevano preso avvio dall’incrocio dei dati delle celle telefoniche dei cellulari dei tre imputati con le informazioni riportate sui memoriali e ordini di servizio. Apparenti incongruenze avevano fatto emergere sospetti circa una possibile truffa ai danni dello Stato, portando al processo i sottufficiali. Tuttavia, nel corso del dibattimento, la difesa è riuscita a dimostrare che tali discrepanze erano giustificabili e legate alla natura del lavoro svolto dai tre militari.
La difesa e la sentenza
Gli imputati, difesi dall’avvocato Antonio La Scala, hanno sottolineato che i loro compiti all’interno del Nucleo Operativo prevedevano un’ampia discrezionalità nella gestione dell’orario di servizio. Il Tribunale ha riconosciuto che il luogotenente, responsabile del reparto, aveva piena autonomia nel coordinamento delle attività investigative e che la specificità del loro incarico giustificava la flessibilità riscontrata.
La corte ha inoltre confermato che non vi era prova concreta della volontà di frodare o di compiere attività estranee al servizio, nonostante alcune leggerezze nella documentazione. In particolare, il luogotenente rendeva conto regolarmente delle attività svolte al diretto superiore dell’epoca, come confermato da quest’ultimo in aula.
Le stesse considerazioni sono valse anche per il maresciallo maggiore e il brigadiere, che agivano sotto il coordinamento del luogotenente e partecipavano alle stesse operazioni investigative contro la criminalità organizzata del territorio barese.
Con la sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste», il Tribunale Militare di Napoli ha definitivamente scagionato i tre sottufficiali da ogni accusa. La decisione ha riconosciuto l’importanza delle operazioni da loro svolte e ha escluso la presenza di comportamenti fraudolenti nelle loro attività.