San Severo(FG): Stefania Battistini “Continueremo a fare il nostro lavoro, senza farci intimidire”
Stefania Battistini, inviata di guerra per la Rai in Ucraina, ha raccontato la sua esperienza di fronte agli studenti delle scuole secondarie di San Severo questa mattina, al Teatro Comunale Giuseppe Verdi. L’incontro, organizzato dalla Fondazione Pasquale e Angelo Soccio, ha visto la giornalista riflettere sul tema del giornalismo di guerra e sull’importanza della libertà di stampa, particolarmente rilevante in un contesto di conflitto come quello ucraino.
Durante il suo intervento, Battistini ha risposto alle accuse mosse dalle autorità russe contro di lei e il collega Simone Traini per il presunto sconfinamento in territorio russo durante un’incursione delle forze ucraine nella regione di Kursk. “Ci accusano di aver attraversato i confini, ma abbiamo fatto quello che fanno di solito i giornalisti inviati di guerra. I cronisti dovrebbero essere liberi”, ha dichiarato la giornalista, aggiungendo che sia lei sia il suo team hanno rispettato tutte le regole per evitare di essere confusi con i militari. Battistini ha spiegato che l’episodio documentato, la prima incursione in territorio russo da parte degli ucraini in oltre due anni e mezzo di guerra, era una notizia di grande rilevanza, fondamentale per l’informazione pubblica. “Ci sembrava una notizia ed era importante che i cittadini lo sapessero. Sono felice, mai come oggi, di vivere in un paese che rispetta la libertà di stampa”, ha affermato.
Proprio mentre si svolgeva l’evento a San Severo, dalle cronache internazionali è giunta notizia che un tribunale russo ha emesso un mandato di arresto in contumacia contro Battistini e Traini, chiedendone l’estradizione per lo sconfinamento nel territorio di Kursk, attualmente sotto controllo ucraino. I due giornalisti rischiano fino a cinque anni di carcere. Nonostante le gravi minacce legali, Battistini ha ribadito con forza la volontà di continuare a fare il proprio lavoro senza lasciarsi intimidire.
Durante l’incontro, l’inviata Rai ha sottolineato l’importanza di condividere le esperienze con i giovani: “Incontrare i ragazzi è uno dei momenti più belli. Restituire le nostre esperienze e vedere la loro empatia è molto soddisfacente. Tutto questo dà senso al nostro mestiere”. Gli studenti delle classi IV e V delle scuole secondarie presenti all’evento hanno potuto ascoltare in prima persona il racconto di chi si trova a lavorare in prima linea, portando la cronaca dai teatri di guerra alle case degli italiani.
L’evento ha rappresentato un’importante occasione di riflessione non solo sul valore dell’informazione e della verità, ma anche sui rischi e sulle sfide che i giornalisti devono affrontare per garantire una corretta e completa documentazione dei fatti, anche nei contesti più pericolosi.