Foggia: Il segretario provinciale del PLI, Daniele Tucci, chiede che la terza commissione intervenga
Quanto sta ormai accadendo da tempo nel pronto soccorso di Foggia ed in particolar modo l’ultima aggressione avvenuta nel reparto di chirurgia toracica il 4 settembre scorso meritanol’attenzione della politica e non solo.
Il segretario provinciale del PLI, Daniele Tucci, da sempre attento a tutto ciò che accade nel capoluogo dauno, chiede che la III Commissione sanità dia immediate risposte, specialmente dopo che il prefetto ha fatto convocazione per quanto sta accadendo nella sanità del capoluogo dauno.
Il PLI foggiano ritiene che ciò che è accaduto in seguito alla morte della paziente, vittima di un incidente stradale, ,è da ritenersi più che inconcepibile in quanto sul posto si trovavano ben cinque pattuglie della polizia che avrebbero dovuto evitare l’accaduto. Daniele Tucci chiede a nome del PLI foggiano ed i tutti i cittadini del territorio dauno delle risposte che di certo non possono veniredal simbolico sciopero di un’ora che si terrà il giorno 16 settembre; al contrario si chiedono finalmente dopo tanto tempo di disagio, specialmente nel pronto soccorso, adeguate risposte e pronte reazioni dalla Commissione Sanità regionale ma ancor di più dalla Regione ed in particolar modo dal presidente Emiliano che anni addietro ha chiuso numerosi ospedali in Capitanata per risolvere una situazione ormai da tempo che va solo ed esclusivamente a discapito del cittadino.
Troppo spesso si vedono tanti foggiani andare in altri ospedali dell’Italia per avere certezze di esser curati nel modo migliore.
Ormai dopo l’ultimo episodio accaduto al Pronto Soccorso tutta i media nazionali non parlano di altro a causa dell’aggressione posta in essere da 50 persone pochi giorni fa. Foggia, con le sue grandi problematiche, non ha bisogno anche di tutto questo, ma al contrario merita una sanità adeguata. Infatti si deve ricordare che al Pronto Soccorso di Foggia ci sono solo due medici che devono alternarsi con turni più che estenuanti e purtroppo spesso, invece di pensare a come salvare una vita umana sono costretti a difendersi da aggressioni e ben altro.