San Severo(FG):Restituiti i Pomelli di Ottone Rubati dalla Parrocchia di San Bernardino
A San Severo, nella provincia di Foggia denominato paese dei campanili è molto religiosa, si è conclusa positivamente una vicenda che aveva suscitato sconcerto e indignazione tra i fedeli della parrocchia di San Bernardino. La polizia ha riconsegnato al parroco i pomelli di ottone che erano stati rubati pochi giorni fa dalla porta d’ingresso della chiesa. Gli oggetti sacri, che avevano un valore non solo economico ma anche devozionale, sono stati ritrovati nelle campagne circostanti, grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine.
La scomparsa dei pomelli era stata denunciata dal parroco, che si era rivolto al personale del commissariato di San Severo per segnalare l’accaduto. Grazie alle indagini avviate immediatamente, i poliziotti sono riusciti a localizzare e recuperare gli oggetti rubati, riportandoli infine alla parrocchia. Il sacerdote, visibilmente sollevato, ha voluto ringraziare pubblicamente i poliziotti per il loro impegno, sottolineando l’importanza del loro lavoro “al servizio della collettività”.
La vicenda aveva scosso profondamente la comunità parrocchiale, tanto che il 25 agosto era apparso un post sulla pagina Facebook della parrocchia, firmato da Andrea Tirelli. Nel post, si denunciava non solo il furto ma anche l’indifferenza di coloro che alimentano un mercato illecito acquistando per pochi spiccioli oggetti sacri, come pomelli di ottone, vasellame liturgico o lettere strappate dalle lapidi dei cimiteri.
Tirelli si scagliava contro questa meschinità, sottolineando l’assenza di scrupoli morali tra chi compie tali atti e chi ne sostiene il mercato: “Possibile che possa esserci qualcuno che acquista pomelli di ottonge di portoni di chiesa, vasellame sacro, lettere di ottone strappate dalle lapidi dei cimiteri e quant’altro senza farsi venire il benché minimo scrupolo di coscienza? Senza pensare che questi oggetti hanno un valore sacro, devozionale, artistico, storico oltre che banalmente economico?” si legge nel post, dove si critica aspramente la mancanza di discernimento tra oggetti di culto e semplici materiali da rivendere.
La restituzione dei pomelli è un sollievo per la parrocchia, ma l’episodio solleva interrogativi più ampi sulla protezione dei beni ecclesiastici e sul rispetto per gli oggetti di culto. La speranza, condivisa dal parroco e dai fedeli, è che questo evento serva da monito per evitare che simili episodi si ripetano in futuro, e che cresca una maggiore consapevolezza del valore non solo materiale, ma anche spirituale e culturale, dei beni della comunità.