Bari :”Io sud”- È urgente dare forza e valore all’artigianato di tradizione e alle microimprese,una risorsa produttiva cruciale per il Sud
L’artigianato e le microimprese rappresentano un pilastro essenziale dell’economia del Sud Italia, ma stanno attraversando una fase critica. Il segretario regionale del SUD Puglia, in un intervento recente, ha sottolineato l’urgenza di valorizzare e sostenere queste realtà produttive, che rischiano di essere schiacciate da un contesto normativo e burocratico sempre più ostile. In particolare, il Sud Italia, già penalizzato da infrastrutture carenti e da una lunga storia di emigrazione, vede le sue città impoverirsi man mano che le piccole attività artigianali e commerciali chiudono i battenti.
L’importanza strategica dell’artigianato e delle microimprese
Il Sud ha un potenziale enorme nel terziario e nella produzione di eccellenze locali. Le piccole imprese, grazie alle nuove tecnologie, hanno l’opportunità di competere su mercati più ampi, puntando sulla qualità e sulla cura del prodotto. Tuttavia, come evidenziato dalla C.G.I.A. di Mestre, il numero di aziende artigiane in Italia continua a diminuire, con il fenomeno particolarmente acuto nel Mezzogiorno. Le città del Sud stanno subendo una vera e propria emorragia di giovani artigiani, attratti da aree più sviluppate e con maggiori opportunità.
Un allarme che non può essere ignorato
Il mondo dell’artigianato, al pari del commercio di prossimità, è una risorsa vitale per l’economia locale. Quando una bottega artigiana chiude, non è solo una famiglia a rimanere senza lavoro, ma un intero indotto entra in crisi. Le difficoltà non si limitano alla mancanza di ricambio generazionale, con i figli degli artigiani che spesso scelgono di non seguire le orme dei genitori, ma sono aggravate da una burocrazia fiscale, previdenziale e bancaria che pesa in modo sproporzionato sulle piccole imprese. A ciò si aggiungono le normative antinfortunistiche, che pur giuste, rappresentano un ulteriore onere per chi cerca di mantenere a galla una piccola attività.
Una sfida particolarmente difficile per il Sud
Il Sud Italia è particolarmente vulnerabile a queste dinamiche. Le piccole imprese devono rispettare le stesse regole delle grandi, senza però disporre delle risorse necessarie per farlo. Questo porta molti a cercare lavoro altrove, lasciando vuoti in settori chiave come la falegnameria, la ceramica, la lavorazione dei metalli, la moda, e molti altri. Anche le imprese agricole soffrono, colpite non solo dalle sfide del mercato globale, ma anche dalle avversità climatiche e dall’invasione delle multinazionali che acquisiscono terreni per la produzione di energia verde, incentivata da bandi europei.
Dove sono i partiti meridionalisti?
In questo scenario desolante, la domanda che sorge spontanea è: dove sono i partiti meridionalisti? Chi sta rappresentando gli interessi del Sud? La situazione è drammatica, e invece di scoraggiare gli imprenditori, lo Stato dovrebbe supportarli con una burocrazia che sia veramente al loro fianco. La politica, in particolare la sinistra, che storicamente si è mostrata più distante dalle imprese, deve prendere coscienza della necessità di un cambio di mentalità. Le iniziative del presidente della Regione Puglia contro la legge Calderoli sono un segnale che qualcosa si sta muovendo, ma è ancora insufficiente.
La necessità di un nuovo modello di sviluppo
Per salvare l’artigianato e le microimprese del Sud, è necessario ripartire dai territori, promuovendo le scuole professionali e creando un forte legame tra formazione e lavoro. Questo deve avvenire coinvolgendo non solo le grandi imprese e le università, ma anche attraverso una collaborazione concreta tra tutti gli attori dell’economia. Lo Stato deve dare l’esempio e creare un modello di cooperazione che sia la norma nel Sud.
Il rilancio dell’artigianato e delle microimprese non è solo una questione economica, ma una battaglia per il futuro del Sud Italia. È necessario che tutte le forze in campo, politiche e sociali, si impegnino per rimuovere gli ostacoli che stanno soffocando queste realtà produttive. L’autonomia regionale, spesso proposta come soluzione, rischia di essere solo un trucco che non affronta le vere necessità del territorio. È il momento di avere il coraggio di dirlo apertamente e di agire di conseguenza.