La stangata alla mafia foggiana: inflitti quasi sette secoli di galera
Si è concluso a Bari il processo di primo grado del procedimento penale denominato “Game Over”, con un verdetto che rappresenta un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata della provincia di Foggia. Con un totale di quasi sette secoli di reclusione inflitti a 64 imputati, questo è il colpo più duro mai assestato alla mafia foggiana nella sua storia.
Il processo, svoltosi con rito abbreviato, è il risultato di una maxi operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Bari e dai carabinieri nel luglio 2023. L’operazione “Game Over” ha portato alla luce l’intricata rete di traffici di droga orchestrati da tre dei clan più potenti della zona: i Sinesi-Francavilla, i Moretti-Pellegrino-Lanza e i Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. Questi clan erano riusciti a costruire un’organizzazione capillare che generava profitti illeciti per almeno 200mila euro al mese, con la vendita di cocaina che fruttava circa 50mila euro mensili.
L’organizzazione del traffico di droga
Il modello di business criminale dei clan foggiani si basava su un “assetto multipartecipativo”, in cui le diverse batterie (o sottogruppi) collaboravano strettamente per spartirsi i profitti del traffico di droga. Questo approccio unificato ha permesso ai clan di mantenere un controllo ferreo sulle piazze di spaccio e di massimizzare i guadagni.
Le condanne più rilevanti
Dopo le richieste di condanna formulate dalla pm della Dda di Bari, Bruna Manganelli, il tribunale ha emesso il verdetto. Tra le condanne più severe spiccano quelle ai capi del narcotraffico foggiano:
- Alessandro Aprile, detto “Schiattamurt”, del clan Sinesi-Francavilla: 20 anni di reclusione
- Leonardo Lanza, dei Moretti-Pellegrino-Lanza: 20 anni di reclusione
- Francesco Pesante, detto “U’ Sgarr”, dei Sinesi-Francavilla: 20 anni di reclusione
- Francesco Tizzano, dei Moretti-Pellegrino-Lanza: 20 anni di reclusione
Altri nomi di rilievo includono Franco Nardino, detto “Kojak”, storico boss del clan Nardino di San Severo (FG) alleato dei Sinesi-Francavilla, condannato a 10 anni di reclusione.
I collaboratori di giustizia
Nella lista degli imputati figurano anche alcuni pentiti, tra cui i fratelli Ciro e Giuseppe Francavilla, detti “Capelloni”. Nonostante siano stati identificati come figure di vertice nel sodalizio criminale, la loro decisione di collaborare con la giustizia ha portato a una riduzione delle loro pene a 5 anni e 4 mesi ciascuno.
Il processo ordinario a Foggia
Parallelamente al processo di Bari, un’altra ventina di persone, incluso lo storico boss Rocco Moretti, è attualmente sotto processo a Foggia con il rito ordinario. Anche in questo caso, le accuse principali riguardano i traffici di droga e altre attività illecite legate alla mafia foggiana.
Il verdetto del processo “Game Over” segna una vittoria significativa nella lotta contro la mafia in Puglia. Con quasi sette secoli di galera inflitti, la giustizia ha mandato un chiaro messaggio: la criminalità organizzata non rimarrà impunita. Questo duro colpo potrebbe rappresentare un punto di svolta nella disarticolazione dei clan foggiani e nella riconquista della legalità in una terra troppo a lungo oppressa dalla mafia.