Foggia:La procura chiede la Terza Proroga delle Indagini sul Caso ‘Don Uva’.Prolunga il Periodo di Investigazione

– La Procura di Foggia ha disposto una terza proroga delle indagini preliminari riguardanti le presunte violenze e maltrattamenti avvenuti presso la struttura ‘Don Uva’. La decisione, firmata dal pubblico ministero titolare del fascicolo, garantisce un ulteriore periodo di sei mesi, fino a gennaio 2025, per approfondire le investigazioni e raccogliere ulteriori prove a sostegno delle ipotesi di reato finora formulate.

L’operazione, denominata ‘New Life’, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Foggia e dal Gruppo Tutela della Salute di Napoli, ha portato alla luce gravi indizi di colpevolezza a carico di 30 dipendenti della struttura. Gli imputati, tra cui otto infermieri, sedici operatori socio-sanitari, due educatrici professionali, tre operatori sanitari assunti tramite agenzia interinale e un addetto alle pulizie, sono accusati di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento personale. Sette di loro sono stati incarcerati, otto posti agli arresti domiciliari e altri tredici soggetti hanno ricevuto divieti di dimora e di avvicinamento alle vittime.

Le Critiche della Difesa

Nonostante la gravità delle accuse, la proroga delle indagini non è stata accolta favorevolmente dalla difesa di una delle indagate. Michele Sodrio, avvocato di una delle educatrici coinvolte, ha espresso forti critiche riguardo alla gestione delle indagini da parte della Procura. “Nei giorni scorsi la mia cliente ha ricevuto una terza richiesta di proroga senza alcuna motivazione sostanziale, come già avevo fatto rilevare rispetto alla seconda richiesta, dato che la prima in realtà non ci è mai stata notificata,” ha dichiarato Sodrio.

L’avvocato ha inoltre criticato l’uso di moduli prestampati per le richieste di proroga e ha sottolineato l’impatto devastante che le misure cautelari hanno avuto sulla vita della sua assistita, una educatrice 31enne stimata da colleghi e parenti dei ricoverati. “Non è possibile che in un paese civile prima si sconvolgano le vite delle persone e poi si facciano anni di indagini,” ha aggiunto Sodrio, richiedendo che il caso venga portato rapidamente a processo.

La Complessità delle Indagini

Le indagini, iniziate a gennaio 2023, si sono rivelate particolarmente complesse a causa della molteplicità e dell’intreccio dei fatti contestati. La proroga di ulteriori sei mesi è stata giustificata dalla Procura con la necessità di svolgere ulteriori attività di ricerca degli elementi di prova. Tuttavia, la difesa sostiene che tale protrarsi delle investigazioni indica una carenza di prove sufficienti fin dall’inizio per sostenere le accuse formulate.

Il Contesto e le Reazioni

La vicenda ha avuto una vasta risonanza mediatica, soprattutto sui social, contribuendo ad alimentare un clima di forte tensione attorno alla struttura ‘Don Uva’. Il colonnello Michele Miulli, commentando l’operazione, ha sottolineato la particolare gravità dei fatti contestati, commessi da individui che avevano il dovere di prendersi cura delle vittime.

Nel frattempo, la comunità locale attende con ansia ulteriori sviluppi, mentre le famiglie delle vittime e degli imputati sperano in una rapida conclusione delle indagini e in un giusto processo che faccia luce su tutte le responsabilità.

La proroga delle indagini sul caso ‘Don Uva’ evidenzia le difficoltà e le complessità legate alla raccolta di prove in situazioni di presunti abusi e maltrattamenti. Mentre la Procura prosegue il suo lavoro investigativo, le richieste di giustizia e trasparenza da parte degli imputati e delle vittime continuano a crescere, in attesa di una risoluzione che possa chiarire definitivamente i fatti e le responsabilità.

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