Crisi di fiducia nelle istituzioni.Accessi abusivi alle banche dati delle forze dell’ordine e della magistratura
L’integrità e l’affidabilità delle forze dell’ordine e della magistratura sono fondamentali per il corretto funzionamento dello Stato di diritto. Tuttavia, recenti rivelazioni hanno sollevato gravi preoccupazioni riguardo agli accessi abusivi alle banche dati da parte di alcuni membri delle forze dell’ordine, mettendo così in discussione la sicurezza delle informazioni sensibili e la tutela dei diritti dei cittadini.
Sta accadendo di tutto ricordiamo ai lettori di Youfoggia.com l’ultimo caso che coinvolge tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano insieme al vice procuratore della DDA nazionale Antonio Laudati accusati di aver utilizzato la banca dati nazionale per visualizzare alcuni nomi noti oltre a seimila persone.
A Crotone c’è stata la testimonianza del colonnello Emilio Fiora nel processo “Thomas” ha gettato luce su una pratica inquietante: l’interrogazione sistematica e abusiva delle banche dati in uso alla Guardia di Finanza. Questa pratica ha preso di mira personalità di rilievo, tra cui l’ex generale delle Fiamme Gialle ed ex direttore del SISMI, Nicolò Pollari, e l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi.
Il processo “Thomas” è stato avviato a seguito di un’inchiesta condotta dalla DDA di Catanzaro, che nel gennaio 2020 ha portato all’operazione contro i presunti colletti bianchi della cosca Grande Aracri di Cutro. Tra gli imputati figurano anche quattro finanzieri accusati di aver violato il segreto istruttorio e di avere attinto informazioni riservate a favore di alcuni imprenditori. Queste informazioni sensibili sono state utilizzate per influenzare le indagini in corso o per omettere la denuncia di reati, compromettendo così il corretto svolgimento delle investigazioni.
Uno dei finanzieri coinvolti è stato già condannato nel processo, sebbene sia stata esclusa l’aggravante mafiosa. Si tratta di Domenico Ferrara, luogotenente della Guardia di Finanza di Crotone, condannato a otto mesi di reclusione con sospensione della pena.
La situazione evidenzia la necessità urgente di una nuova regolamentazione per la gestione delle banche dati, al fine di garantire la sicurezza e la privacy delle informazioni, nonché l’integrità delle indagini condotte dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. È essenziale rafforzare i controlli interni e promuovere una cultura di responsabilità e trasparenza all’interno delle istituzioni coinvolte nella gestione e nell’accesso alle informazioni sensibili dei cittadini.