Foggia: La Prefettura e l’Interdittiva Antimafia alle Tre Fiammelle.Un Atto di Prevenzione e Tutela della Legalità

Nel contesto della lotta contro la criminalità organizzata, la Prefettura di Foggia svolge un ruolo cruciale nell’adozione di misure preventive volte a contrastare l’infiltrazione mafiosa e proteggere la legalità. Una di queste misure è l’emissione dell’interdittiva antimafia, un atto amministrativo che impedisce a determinati soggetti di intrattenere rapporti o svolgere attività con persone fisiche o giuridiche coinvolte in attività illecite o di compromettere il tessuto economico e sociale.

Quando la Prefettura di Foggia nella persona del Prefetto Valiante motiva l’emissione di una interdittiva antimafia in merito alla Coop Tre Fiammelle di Michele D’Alba, affermando che il soggetto in questione ha “un’incidenza ad agevolare sistemi di evidente illegalità”, ha voluto, fondamentalmente sottolineare che esistono elementi che indicano un comportamento o una condotta del soggetto che hanno e possono favorire attivita illegali o contribuire al mantenimento di un ambiente favorevole alla criminalità organizzata.

Questa affermazione non è una condanna definitiva, ma piuttosto un avvertimento basato su indagini, informazioni e analisi condotte dalla squadra Stato.Ricordiamo ai lettori di Youfoggia.com che indagini furono affidate alla Polizia di Stato reparto Squadra Mobile e alla Guardia di Finanza. D’Alba fece ricorso al Tar di Bari chiedendo la sospensiva, cosa negata, e ora la coop attende l’esito del ricorso di merito.Precisiamo che l’intendo principale di tale dichiarazione è quello di prevenire potenziali rischi e proteggere l’ordine pubblico, impedendo che soggetti sospettati di collusioni con il mondo criminale possano continuare a operare indisturbati, cosa molto difficile.

Inoltre Il provvedimento è stato adottato a seguito del rifiuto della Prefettura di Foggia dell’iscrizione di Tre Fiammelle nella white list, decisione presa all’esito delle indagini effettuate nell’ambito dell’operazione «Decima Azione» e «Decima Azione bis». In questo contesto gli inquirenti hanno ritrovato, durante le perquisizioni, la cosiddetta “lista delle estorsioni» della mafia foggiana.”

È importante sottolineare che l’emissione di un’interdittiva antimafia è soggetta a un rigoroso processo legale che garantisce il rispetto dei diritti fondamentali dei soggetti coinvolti. Ciò significa che il soggetto interessato ha il diritto di difendersi e di contestare le accuse mosse contro di lui, presentando prove a suo favore e facendo valere il proprio diritto alla presunzione di innocenza.

Inoltre, l’obiettivo principale di queste misure non è solo repressivo, ma anche preventivo e dissuasivo. L’emissione di un’interdittiva antimafia può avere un impatto significativo sulle attività del soggetto coinvolto, scoraggiando comportamenti futuri che potrebbero favorire l’illegalità e contribuire alla diffusione della criminalità organizzata.

Per essere precisi ,quando la Prefettura motiva l’emissione di un’interdittiva antimafia con l’affermazione che il soggetto in questione ha “un’incidenza ad agevolare sistemi di evidente illegalità”.Inoltre sempre secondo la prefettura di Foggia, D’Alba era presente nella lista delle estorsioni della mafia foggiana, da molto tempo, e dunque sarebbe «estorto e soggiacente». Che significa che “La condotta dell’imprenditore riflette una strategia- in cui si entra in quelle zone grigie in cui si intersecano gli interessi mafiosi e interessi imprenditoriali con la logica della reciprocità dei vantaggi”.

D’Alba insomma, come scritto nel dispositivo prefettizio avrebbe “una inclinazione ad agevolare sistemi di evidente illegalità pur di tutelare i propri interessi imprenditoriali.

Pertanto il dispositivo prefettizio è stato emesso nell’ambito della sua missione istituzionale di tutela della legalità e prevenzione della criminalità organizzata. È un segnale chiaro che le istituzioni sono impegnate nel garantire un ambiente sicuro e rispettoso delle leggi per tutti i cittadini.

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