Roma:M/llo della Guardia di Finanza distaccato all’Antimafia è indagato per dossieraggio abusivo Il tutto partito dal un esposto del ministro della Difesa Crosetto.
Questo scandalo fa tremare l’Antimafia Nazionale che conduce indagini a livello nazionale. un maresciallo della Guardia di Finanza è indagato per accesso abusivo a sistemi informatici.
Pare che il sottufficiale sia accusato di Dossieraggio illecito. L’archivio segreto è stato effettuato su alcuni
politici e personaggi in vista. Le indagini sono state affidate alla Procura di Perugia per competenza giuridica. Pare che ci siano molti accessi abusivi alla banca dati delle forze di polizia da parte di un addetto
della Guardia di Finanza in servizio alla Direzione Nazionale Antimafia. Secondo quanto risulta all’Ansa gli accertamenti dei magistrati del capoluogo umbro sono tutt’ora in corso nel massimo riserbo. Da indiscrezioni raccolte presso la Procura di Perugia l’inchiesta è seguita personalmente da Raffaele Cantone,
il procuratore capo dell’ufficio giudiziario umbro. Il trasferimento per competenza alla capoluogo Umbro è stato effettuato per verificare il possibile coinvolgimento di magistrati in servizio a Roma, è stato trasmesso a Perugia.
Un maresciallo della Guardia di Finanza è indagato per accesso abusivo a sistemi informatici.
Segnalazioni di Operazioni Sospette – SOS Antiriciclaggio con notifica per i professionisti. Se la segnalazione di operazione sospetta è confermata arriverà a chi l’ha inviata una ricevuta che la Sos è andata a buon fine.
Le attività di prevenzione svolte dai soggetti obbligati hanno il loro culmine nella Segnalazione di operazione sospetta (c.d. SOS), ove portano all’attenzione dell’Unità di Informazione Finanziaria le operazioni per le quali “sanno, sospettano o hanno motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo o che comunque i fondi, indipendentemente dalla loro entità, provengano da attività criminosa”.
I quotidiani ,Corriere della Sera e Repubblica scrivono di approfondimenti giudiziari su una notevole numero di accessi abusivi effettuati dal sottufficiale della Guardia di Finanza alla banca dati delle Sos, cioè le Segnalazioni di operazioni sospette che le banche e gli operatori finanziari hanno il dovere di comunicare all’Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d’Italia per approfondimenti. Il militare in questione, le cui iniziali sono P. S. (secondo quanto riportato da La Verità), lavorava fino a poco tempo fa nel Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf insieme ad altri due colleghi, e ora risulta indagato per accesso abusivo a sistemi informatici.
L’indagine iniziata a ottobre 2022
Tutto nasce da un esposto alla Procura di Roma del ministro della Difesa Guido Crosetto, presentato nell’ottobre del 2022 dopo che erano state pubblicate sul quotidiano ‘Il Domani’ informazioni sensibili riguardo ad alcuni presunti compensi che aveva percepito lecitamente dalla Leonardo, la società partecipata dallo Stato che si occupa di strumentazioni per la difesa. Il ministro respinse le accuse che gli vennero mosse, e presentò subito l’esposto dove si chiedeva di verificare come la stampa fosse entrata in possesso di dati sensibili e riservati, coperti da privacy che lo riguardavano. “A seguito della pubblicazione di miei dati personali e non pubblici, accessibili solo da parte di persone autorizzate, ho deciso di sporgere una querela alla procura di Roma per capire come fossero stati recuperati”, ha riferito oggi a la Repubblica.
Le indagini tecniche ed informatiche hanno svelato che effettivamente il graduato delle Fiamme Gialle aveva effettuato almeno 100 ‘visure’ patrimoniali, quasi tutte su nomi altisonanti della politica e di importanti istituzioni ma che, secondo l’ufficiale, questi erano regolarmente autorizzati e motivati da delicate indagini in corso. Le indagini e le verifiche però hanno hanno svelato che tutti gli accessi, finiti nel mirino degli inquirenti, erano abusivi e quindi non autorizzati. Il finanziere, che ora non lavora più alla Direzione nazionale antimafia, ha ammesso che la pratica era abituale e perfettamente legale. Ma dai primi accertamenti è emerso appunto che la sua attività non era motivata e supportata da richieste della magistratura.
Le indagini e i possibili complici
Non è escluso adesso il coinvolgimento di altre persone che potrebbero aver avuto accesso ai dati della Sos.
Negli atti d’indagine compare anche il nome di un magistrato che, all’epoca dei fatti contestati al finanziere, svolgeva l’attività di sostituto procuratore alla Direzione Nazionale Antimafia. Questo elemento ha fatto sì che il fascicolo passasse per competenza alla Procura di Perugia di Raffaele Cantone, dove vengono trattate anche le inchieste e le notizie di reato dove sono coinvolti magistrati in servizio negli uffici giudiziari di Roma.
Secondo quanto comunicato che in giornata verrà chiarito da un comunicato stampa annunciato dalla Procura di Perugia, tra i report che il graduato della finanza raccoglieva c’erano segnalazioni antiriciclaggio su presunte operazioni sospette, trasmesse dalla Banca d’Italia alla Guardia di Finanza e alla Direzione Nazionale Antimafia