BARI – EMILIANO SENZA FRONTIERE E SENZA LIMITI DI STATUTO REGIONALE CONTRO CLEMENTE NEL CONSIGLIO REGIONALE DEL 18.4.2023


Non si può dire che il Presidente Emiliano non sia uomo di parola.
Aveva promesso a sé stesso che non sarebbe stato clemente con Sergio Clemente, nominato in quota maggioranza il 26.11.2020 con voti 32 come Segretario d’aula dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, unitamente a Giacomo Diego (chiamato Giandiego) Gatta, nominato con 16 voti in quota minoranza.
Avevamo segnalato come YouFoggia.com che al Consiglio regionale pugliese del 28.3.2023 era stata presentata dai nuovi fedelissimi di Emiliano (una maggioranza variopinta e variegata, molto variabile) la mozione di decadenza contro Clemente, colpevole del reato di lesa maestà inconsapevole, perché Clemente non sapeva, quando è stato eletto a Segretario d’Aula, che ci voleva il baciamano a Emiliano prima di passare a Calenda.
Firmata da 35 consiglieri regionali, in gran parte maggioranza/maggioranza, ma in parte significativa anche di minoranza/maggioranza.
Il 28.3.2023 la mozione di decadenza non fu votata, sia perché non era all’ordine del giorno sia perché era totalmente illegittima, in quanto lo Statuto regionale consente la decadenza del Segretario dell’Ufficio di Presidenza solo per gravi motivi, con voto segreto dei due terzi dei consiglieri regionali. E la mozione di decadenza non prevedeva alcun motivo di decadenza.
Allora il Governatore ha trovato subito la soluzione: rinviamo tutto ad altra seduta, al 18 aprile, dopo Pasqua, anche per la nomina di Cera, così i consiglieri regionali di minoranza/maggioranza firmatari della decadenza potranno trovare anche i gravi motivi di decadenza di Clemente e non lasciare il provvedimento originario privo di motivazione. Così infatti Emiliano nel suo spettacolare intervento in aula il 28.3.2023: “E’ vero che la questione della decadenza non è normata, quindi in teoria si potrebbe supporre che si tratti di una questione del tutto eccezionale che ha una sua totale autonomia. Ma questo lo Statuto non lo dice. Siccome credo che non cambi nulla rispetto alla prossima volta……Peraltro, questo darà ai proponenti di integrare la motivazione, così come richiesto da Sergio Clemente. Per quanto riguarda me, perché ovviamente parlo a titolo personale, credo che rinviare e mettere all’ordine del giorno regolarmente è un quid pluris, probabilmente, ma che non fa male a nessuno. Quod abundat non vitiat. Anche perché la processione è durata fino a prima di Pasqua, se la finiamo dopo non credo che ci saranno problemi particolari, non vedo particolari turbative.”.
La vicenda è stata segnalata anche sulle pagine della stampa nazionale.
Nell’ordine del giorno della seduta di Consiglio regionale del 18.4.2023 finalmente compare, al primo punto: “Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale – Mozione di decadenza del Consigliere Sergio Clemente presentata dal consigliere Paride Mazzotta e altri – 37/V”. Al terzo punto dell’ordine del giorno della stessa seduta c’è: “Elezione di un Consigliere Segretario, in sostituzione dell’avv. Giacomo Diego Gatta, dimissionario- 30/V”.
Allora, sapendo che 35 consiglieri regionali, tra cui Emiliano e Piemontese, dopo aver violato le regole statutarie la prima volta per non aver specificato (perché non ve ne sono) i gravi motivi che giustificano la raccolta di firme per presentare la mozione di decadenza di Clemente, un cittadino pugliese diligente e rispettoso si aspetta che la seconda volta, dopo Pasqua, si sia trovata la quadra e sia stata presentata una nuova mozione con i gravi motivi. Pasqua porta sempre consiglio e qualche volta la resurrezione degli intelletti.
E invece, ancora una volta, il diligente cittadino pugliese rimarrà deluso. La mozione allegata tra la documentazione del primo punto all’ordine del giorno è ancora quella presentata il 28.3.2023, che non fu votata perché mancavano i gravi motivi, che mancano ancora oggi.
Niente paura. Ci penserà Emiliano, nella seduta consiliare del 18.4.2023, a trovare i gravi motivi. E se non ci sono, pazienza, si vota lo stesso, anche per consentire al Tar Puglia di annullare tutto, a tempo di record.
Come il Tar Bari – III Sezione ha fatto recentemente con la sentenza del 13 marzo 2023 n.482, annullando con disonore (per la Regione Puglia, nella motivazione) la gara indetta da Innovapuglia s.p.a. (la controllata della Regione Puglia che funge da stazione appaltante per i settori finanziati dall’Ente controllante), da aggiudicarsi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, suddivisa in 487 lotti per un valore complessivo di € 3.244.640.160,00, moltissimi dei quali di valore considerevole e alcuni con una base d’asta superiore a 35 milioni di euro, come il lotto n. 176, senza prevedere alcun limite al numero di lotti per i quali un operatore economico potesse presentare l’offerta o che lo stesso potesse aggiudicarsi e con la durata dell’accordo fissata in 48 mesi dalla stipula.
Scrive il Tar Puglia nella sentenza n.482/2023: «dal Rapporto del Ministero della salute che la spesa complessivamente registrata per l’anno 2019 per il consumo dei dispositivi medici direttamente acquistati dalle strutture pubbliche del S.S.N. (cd. flusso consumi) è stata di 5 miliardi di euro su tutto il territorio nazionale; e, in particolare per la Regione Puglia, è stata di euro 349.196.899,30. Diversamente, per il prossimo quadriennio e soltanto con riferimento ai dispositivi ortopedici oggetto di gara, è stato stimato un fabbisogno pari ad una spesa complessiva superiore a 3 miliardi. I dati si commentano da sé, quand’anche si valorizzi –e va in effetti valorizzata- la circostanza del forte ridimensionamento della spesa storica regionale in ragione dei significativi tagli resi necessari dal piano di risanamento.»
Questa è la Puglia amministrata da Emiliano, che vuole punire Clemente per colpa dell’adesione al gruppo regionale di Azione di Calenda, che l’ha definito il peggior governatore d’Italia, senza aver neanche immaginato (l’ex Ministro del MISE) che le protesi ortopediche potessero costare tanto alla sanità pubblica regionale già disastrata finanziariamente.

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