Foggia:La difesa e DDA effettuano 5 richieste particolari. Omicidio Dedda il confronto dei pentiti Verderosa e Nuzzi sarà decisivo
Sarà un lavoro particolarmente insidioso, perché si dovrà metterea confronto i collaboratori di giustizia Carlo Verderosa e Pietro Antonio Nuzzi,inoltre, tra squadra mobile e colleghi del Sevizio centrale operativo della Polizia si dovrà verificare chi sbaglio’ ad allineare i filmati che ripresero i due killer in fuga ma con orari differenti.
Si dovranno interrogare poliziotti penitenziari per verificare se davvero come dichiara Nuzzi nella sezione “as” alta sicurezza del carcere del capoluogo i detenuti hanno una certa libertà nel reparto,di fare cio che vogliono, o restare nelle celle. Inoltre si dovrà acquisire una consulenza difensiva sui tempi di percorrenza a piedi della via di fuga dei killer al Villaggio artigiani per confrontarli con gli orari indicati sui filmati; trascrivere una captazione ambientale del febbraio 2018 tra due malavitosi, che riscontrerebbe le dichiarazioni del pentito Nuzzi. Sono le 5 richieste – le prime 4 della difesa, la quinta della Dda – avanzate in corte d’assise nel processo a Giuseppe Albanese, 42 anni, detenuto dal novembre 2018 (udienze iniziate a ottobre 2020) accusato d’essere uno dei due killer di Rocco Dedda ucciso il primo pomeriggio del 23 gennaio 2016 nella guerra di mafia del 2015/2016 tra i clan Moretti/Pellegrino/Lanza cui viene ritenuto affiliato l’imputato, e i rivali della batteria Sinesi/Francavilla alla quale era considerata vicina la vittima.
Ricordiamo ai lettori di Youfoggia.com che i due killer con caschi integrali bussarono a casa Dedda, un pianoterra di via Capitanata al rione Candelaro, quando l’ex pizzaiolo di 46 anni aprì, lo uccisero con tre colpi di pistola all’addome; e fuggirono con uno scooterone “T Max” che poco dopo bruciarono all’imbocco del Villaggio artigiani, proseguendo la fuga a piedi, venendo inquadrati a volto scoperto dalle telecamere.
Il pubblico ministero, tramite gli inquirenti che hanno svolto le indagini ,sostiene che l’uomo ritratto a destra, con cappellino, è Albanese che ha dichiarato di non essere stato lui. I filmati, diffusi agli organi d’informazione da Dda e squadra mobile l’8 luglio 2016, sono la prova decisiva. I collaboratori di giustizia ,Giuseppe Bruno dice d’aver riconosciuto Albanese,mentre il collaboratore di Giustizia di Altamura Pietro Antonio Nuzzisostiene che quand’era detenuto in carcere a Foggia un esponente del clan Moretti nel vedere al tg il video riconobbe Albanese. Mentre la difesa dichiara che non un poliziotto o carabiniere, che pure conoscono bene l’imputato, l’ha riconosciuto nel video.
L’ultima udienza in corte d’assise è stata dedicata alle richieste di nuove prove avanzate dal pm Bruna Manganelli e dall’avv. Francesco Santangelo: ognuno si è opposto all’ammissione delle nuove prove indicate dalla controparte. La corte deciderà nella prossima udienza a maggio: se dovesse ritenere le nuove prove assolutamente necessarie, le ammetterà; altrimenti dichiarerà chiusa l’istruttoria dibattimentale e in successive udienze ci saranno requisitoria, arringa e sentenza di primo grado, che potrebbe arrivare entro l’estate. Vedremo come andrà a finire.