LA PENA DELLA PUGLIA E LE PENE DELLE SCELTE DI EMILIANO: TUTTI NULLI I CONSIGLI DI DISCIPLINA DELLE AZIENDE AUTOFERROTRANVIARIE REGIONALI


Qualche settimana fa in Consiglio regionale il Governatore tuonò la sua accusa contro Sergio Clemente, che non si dimetteva da Segretario d’aula perché, pur rimanendo in maggioranza, aveva scelto di aderire al partito di Calenda – Azione – senza preventiva autorizzazione del Comandante in capo, in compagnia di Mennea e Amati, ex PD che pensavano, sicuramente a torto ma forse no, che il PD pugliese fosse diventato il comitato di affari di Emiliano.
Il Presidente della Regione definì l’assente Clemente la pena della Puglia, considerandosi evidentemente un nuovo puer Apuliae, un nuovo Federico II.
Ma anche il puer Apuliae ha la sua pena, anzi le sue pene, che sono le sue nomine, quasi tutte rigorosamente censurate in sede giudiziaria, soprattutto quelle sanitarie e della protezione civile. Mancava la censura del giudice amministrativo sulla nomina di un giudice come Presidente di tutti i consigli di disciplina di tutte le aziende autoferrotranviarie della Puglia. Nomina che spetta al Presidente della Regione. Puntualmente bocciata.
Vediamo cosa è successo.
Il codice disciplinare degli autoferrotranviari risale al RD 148/1931 ed è ancora in vigore. Per i provvedimenti disciplinari più importanti, compresa la destituzione dal servizio, è previsto obbligatoriamente un Consiglio di disciplina, con un Presidente che va scelto preferibilmente (ma non esclusivamente) tra i magistrati.
Non è previsto un compenso ma un rimborso spese.
Elio Di Molfetta, giudice del Tribunale di Trani, viene nominato da Emiliano per tutti i consigli di disciplina di tutte le aziende del settore con vari decreti nel 2019/2020.
Ma il giudice se svolge un incarico extragiudiziario, anche gratuito, deve chiedere l’autorizzazione al CSM.
Purtroppo il prescelto dal Signore pugliese non ha mai ottenuto l’obbligatoria autorizzazione del Csm.
Di Molfetta ha impugnato davanti al TAR ritenendo che il Csm, che due volte gli aveva negato l’autorizzazione, aveva torto perché l’attività extragiudiziaria non era incompatibile e il Tar Lazio gli ha dato ragione. Ma il CdS prima ha sospeso la sentenza e poi ha accolto con la sentenza depositata oggi l’appello del CSM.
Per cui tutte le aziende autoferrotranviarie regionali non possono adottare alcun provvedimento disciplinare in quanto non esiste il Presidente del Consiglio di disciplina e i provvedimenti adottati in precedenza sono tutti nulli.
Un disastro senza precedenti.
Non sappiamo se Clemente sia veramente la pena della Puglia.
Ma siamo certi perché la’ha scritto il CdS che questa nomina fa veramente pena e non andava fatta

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