Chi è Marco Raduano, il boss degli scissionisti del Gargano
Chi è il boss indiscusso Marco Raduano,:
40 anni, elemento violento molto determinato e con una grande forza di volontà. Ha un spiccato senso del Comando nel gestire situazioni complicate .Capo della criminalità organizzata del Gargano e al vertice di un clan della mafia di Vieste denominato clan Raduano. Era detenuto nel carcere di Nuoro dove doveva scontare molti anni di galera in regime 41 bis. Il boss Raduano è riuscito a scappare utilizzando il più classico dei metodi, si è calato dalla sua cella con le lenzuola facendo diversi nodi. Una evasione che ha dell’incredibile visto che il carcere di Badu ‘e Carros di Nuoro è considerato di massima sicurezza. Immediatamente dopo l’allarme in Sardegna è scattata la caccia all’uomo con controlli e posti di blocco anche ai porti e agli aeroporti tutte le forze di polizia sono scesi in campo effettuando molti posti di blocco. Sono scattati i controlli negli aeroporti porti e stazioni ferroviarie.
Chi è il boss Raduano :
Da molti anni braccio destro di Angelo Notarangelo, detto “Cintaridd”, ucciso il 26 gennaio 2015 a Vieste, Marco Raduano, detto “Pallone” o “Woolrich” ha precedenti per numerosi reati dal furto al riciclaggio, dalla droga alla rapina e al tentato omicidio. Il 3 febbraio scorso è stato condannato in via definitiva a 19 anni di reclusione nell’ambito del processo denominato “Neve di marzo” dal nome dell’operazione con cui nell’ottobre del 2019 i carabinieri del Comando Provinciale di Foggia avevano sgominato il clan Raduano, arrestando 15 persone, accusate – a vario titolo – di associazione a delinquere per il traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso e dall’uso di armi 416 bis . Tra le persone coinvolte nel blitz anche gli autori del tentato omicidio di Giovanni Cristalli avvenuto a Vieste qualche giorno prima del blitz.
Cosa successe dopo la scissione:
Dopo l’omicidio di Notarangelo il clan si è scisso dando vita ad una guerra tra quelli che hanno seguito Raduano e quelli che si sono affiliati ad un altro ex sodale di Notarangelo, Girolamo Perna. Una scissione scandita da omicidi e tentati omicidi. Il 27 gennaio del 2017 è stato ucciso Onofrio Notarangelo, fratello di Angelo. Il 24 maggio dello stesso anno sparì il figlio di Onofrio, Pasquale Notarangelo, di 25 anni. Dopo qualche mese, il 27 luglio, Omar Trotta fu ucciso nel suo ristorante: i killer spararono contro la vittima, che in quel momento aveva in braccio il figlio di pochi mesi. Girolamo Perna fu ucciso il 26 aprile del 2019 nei pressi della sua abitazione a Vieste. Lo stesso Raduano è più volte scampato a tentati omicidi.
Il pentito di mafia rilevò
Stando ad un pentito Raduano avrebbe anche partecipato all’omicidio Giuseppe Silvestri, detto “l’Apicanese”, membro del clan della mafia garganica Li Bergolis-Miucci-Lombardone, assassinato il 21 marzo 2017, a Monte Sant’Angelo. Per il delitto è stato accusato Matteo Lombardi. «A commettere l’omicidio –ha confidato un pentito sono stati Raduano e Matteo Lombardi per vendicare la morte di Gianpiero Vescera, cognato di Raduano». Il boss di Vieste si è sempre dichiarato innocente.