Bari:Nuova inchiesta nata dalle intercettazioni nell’auto dell’ex capo della Protezione civile Lerario
Un funzionario della Regione Puglia, Antonio Mercurio, e un imprenditore edile di Giovinazzo (Ba), Antonio Illuzzi, 56 anni, sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza e adesso si trovano ai domiciliari per le ipotesi delittuose di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, nonché falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, commesse a Bari nel 2021. In corso il sequestro dei beni dei due soggetti nonché del dirigente, all’epoca dei fatti, delle Sezioni Provveditorato economato e Protezione civile della Regione Puglia, Mario Lerario, anche lui indagato, per un valore complessivo di 80mila euro. Il gip Anna Perrelli ha rigettato la richiesta di arresto nei confronti di Lerario, rilevando che l’ex dirigente si è dimesso dalla Regione ed è in custodia cautelare (per le tangenti della Protezione civile) dal 23 dicembre 2021.
Il fascicolo del procuratore di Bari, Roberto Rossi, e dell’aggiunto Alessio Coccioli, parte dalle intercettazioni disposte dalla Procura nella Bmw di Lerario, la stessa in cui all’antivigilia di Natale 2021 l’allora dirigente fu sorpreso a incassare una mazzetta che gli costò l’arresto in flagranza. Il 26 agosto 2021 Lerario è in auto con Illuzzi nei pressi della sede della Regione di via Gentile a Bari. “Dottò chiss so dieci (dottore questi sono dieci”, dice l’imprenditore riferendosi – secondo l’accusa – a una mazzetta di 10mila euro: “Venticiq l’at volt e , per la pittur do (venticinque l’altra volta e dieci , questi, per la pitturazione qua)”, aggiunge poi l’imprenditore. Per l’accusa, insomma, i 10mila si sommerebbero ad altri 25mila consegnati in precedenza.
Dalle indagini della Guardia di Finanza , tra 2019 e 2021 l’imprenditore Illuzzi è risultato aggiudicatario di nove appalti dalla Sezione Provveditorato Economato, tutti con atti a firma di Lerario e Mercurio, per un totale di 2,2 milioni di euro. In questo contesto, la Regione avrebbe pagato all’imprenditore 45mila euro in più rispetto a quanto previsto in sede di aggiudicazione, senza giustificazioni e – dice la procura – attraverso un trucco: l’impegno di spesa sovrastimava l’Iva (al 22%) rispetto a quella effettiva (al 10%).
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip, le indagini avrebbero svelato che tali appalti sarebbero stati affidati contravvenendo alla normativa di settore mediante il loro frazionamento in più volte senza rispettare il principio di rotazione degli operatori economici. Inoltre, il raffronto tra le offerte oggetto dell’aggiudicazione degli appalti ai soggetti economici riconducibili all’imprenditore e le relative liquidazioni da parte della Regione Puglia (a fronte delle fatture emesse) avrebbe permesso di rilevare la presenza di pagamenti di somme superiori a quelle oggetto di aggiudicazione, per oltre 45.000 euro, senza che – negli atti amministrativi né, tantomeno in altra documentazione esibita o reperita – ci sia una giustificazione.
Le attività investigative avrebbero fatto emergere anche l’ulteriore ipotesi di reato di falsità materiale in atti pubblici che sarebbe stata commessa, in concorso, dall’ex dirigente e dal funzionario della Regione Puglia, in quanto i due pubblici ufficiali, in un atto dirigenziale dell’agosto 2021 per 135.750 euro, che riguardava ‘Interventi di riqualificazione impiantistica di parte dei locali tecnici presso la sede della Presidenza della Giunta regionale in Barì, avrebbero attestato fittiziamente che l’intera somma era relativa ai lavori indicati nel medesimo atto, pur riferendosi – per 103mila euro – a lavori eseguiti in precedenza dallo stesso imprenditore edile presso il Palazzo dell’Agricoltura di Bari.