San Severo(fg):È il giorno del dolore, quello dell’ultimo saluto
L’amministrazione Comunale, ha proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali di, Salvatore Ferrara, di 49 anni, Donato Nardella, di 39 anni, Francesco Pio Ciavarella, di 22 anni , i tre operai morti nell’incidente stradale sulla SS16. Segno di cordoglio per la loro tragica scomparsa e di commossa partecipazione dell’intera comunità sanseverese, con bandiere a mezz’asta nelle sedi comunali.
È il giorno in cui si prova a comprendere cosa sia successo. Tutto sta nelle mani del nucleo investigativo, che hanno eseguito i primi rilievi. Il materiale raccolto servirà per capire le responsabilità e la dinamica dell’incidente. Il lutto cittadino si espresso attraverso l’esposizione a mezz’asta della bandiere per l’intera giornata. Oggi, durante il rituale delle esequie, l’amministrazione ha proclamato il lutto cittadino, col il fermo del commercio.
Si sono tenuti questo pomeriggio, nella cattedrale “Santa Maria dell’Assunta” i funerali dei tre operai. La gente si è recata a rendere omaggio alle tre vittime, in chiesa. Il parroco nel celebrare le esegui ha evidenziato la,incapacità di comprendere l’accaduto, “perché – si è domandato – la morte di tre innocenti che tornano dal lavoro?”
L’omelia del parroco, la costernazione e il dolore per la morte dei tre ragazzi, che ha colpito le famiglie gli amici, la città di San Severo in questo momento si trasforma in preghiera.
L’ultimo viaggio di Salvatore,Donato e Francesco è appena iniziato e la gente, il mare di gente, che ha partecipato alla cerimonia, fa fatica ad uscire dalla cattedrale, perché chi era rimasto fuori, sul sagrato, è ancora lì, e sembra non volersene andare. Quasi incredula, questa gente, che quello che è successo, sia stato e sia tutto vero. Ci si cerca, ci si parla, ci si tocca. Quasi a volersi dare la forza di restare in piedi. Quasi a non volersi sentire soli, di fronte ad un macigno di dolore. Come pure il fatto che anche cielo, per un po’, abbia anche smesso di piangere. Almeno in pubblico. Perché in privato si può e si potrà continuare a farlo.