DALLA PUGLIA EMILIANA PARTE IL COMITATO DI SALUTE NAZIONALE E UNIVERSALE DEL PD
La squadra della Salute Universale pugliese che vince non si tocca: parola di Emiliano.
Che trasforma il PD nazionale nel PUS regionale, il Partito della Salute Universale , la holding con a capo Emiliano e Piemontese nata dal miracolo economico pugliese sull’asse Bari-Bisceglie- Foggia , il comitato di affari che, sostenuto da Capristo, plasmò la nuova sanità pubblico/privata pugliese.
Pubblica per gli affari elettorali regionali e ora nazionali.
Privata per gli affari interni della famiglia imprenditoriale foggiana e dei suoi benefattori politici.
Una macchina da guerra infallibile, grazie a Capristo e il sistema creato dal Super Procuratore di Trani.
Il piano di guerra per scalare il partito democratico ha bisogno di soldi, di tanti soldi, che solo nella sanità sia pubblica che privata si possono recuperare.
Capristo da Trani con Vendola da Terlizzi dettano i tempi nel 2013/2014: se leggiamo i giornali 🗞 di quell’epoca in cui si descriveva il sistema con cui un opera ecclesiastica è stata costretta a chiudere i battenti perché costretta a fallire.Un opera così grande per i suoi servizi che solo la Divina Provvidenza poteva gestire.
Una potenza economica di 450 milioni di patrimonio, finanziata dal sistema sanitario regionale e dagli ammortizzatori sociali nazionali dell’allora potentissimo Azzolina, ai tempi d’oro di Forza Italia.
Che però ha un punto debole. Vendola, subentrato a Fitto nel 2005 come governatore regionale fino al 2013, non vuole adeguare le rette di alcuni nosocomi pugliesi ecclesiastici , rifiuta di riconoscere i finanziamenti per la riconversione degli ex manicomi e i cospicui soldi stanziati dal consiglio regionale.
L’opera della Divina provvidenza, entra in crisi e si attiva per recuperare in via giudiziaria gli adeguamenti delle rette non pagati, per non chiudere, perché la legge regionale pugliese impediva di vendere le strutture sanitarie e gli accreditamenti.
A questo punto ,Emiliano diventa governatore nel 2013 e comincia l’assalto alla debole fortezza religiosa.
Capristo, procuratore di Trani, si inventa che opere religiose possono fallire e chiede il fallimento, indagando per usura il vescovo di Molfetta.
Un politico , uomo di Emiliano sindaco e Prodi’s boy, diventato parlamentare nazionale, protegge l’operazione.
L’Opera Divina , che non è fallita perché non poteva fallire in quanto i suoi consulenti avevano presentato il concordato preventivo, licenzia i suoi consulenti per non intralciare i piani di Capristo e Boccia ed è costretto a chiedere l’amministrazione straordinaria al Mise, il Ministero dello sviluppo economico.
Il Mise prontamente nel dicembre 2013 nomina commissario straordinario Bartolomeo Cozzoli, braccio destro del politico Prodi’s boy , braccio sinistro di Emiliano. L’amministrazione straordinaria sottrae il controllo della procedura al tribunale di Trani, per lasciarlo nelle mani esclusive del Mise, che non controlla molto o forse non controlla nulla. L’amministrazione straordinaria infatti non poteva essere concessa, perché alcune strutture specialistiche, non potevano essere trasferiti a terzi, a meno di accordi preventivi con la regione, Emiliano per cambiare la legge regionale.
E nel 2017 puntualmente Emiliano cambia la legge regionale e consente il trasferimento con decorrenza dal 1 ottobre 2017.
Con squilli di trombe e entusiastici commenti del nuovo corso da parte del suo braccio sinistro Boccia, che ringrazia pubblicamente Capristo e il suo (di Boccia) braccio destro Cozzoli per l’eccezionale risultato ottenuto grazie alla nuova legge sanitaria/elettorale di Emiliano, che trasformò alcune strutture specialistiche in ospedali d’élite senza verifiche di idoneità delle strutture sanitarie promosse. Sulla parola, data nel 2013.
Il commissario, Cozzoli ,è il vero protagonista, da consulente della struttura sanitaria, prima per il fallimento e poi per il rilancio ,a padre padrone della CDP in amministrazione straordinaria, giustamente sbadato nel non portare i libri in Tribunale per il fallimento quando i decreti di proroga del Mise erano già scaduti e non consentivano più la continuazione delle attività aziendali.
Giustamente sbadato il Cozzoli nel regalare un Opera Divina alla sanità privata, superando la fideiussione al quanto discutibile ,estera, 450 milioni di complesso aziendale alla ridicola somma di 5 milioni di euro, senza debiti, neanche verso i dipendenti.
Anche questo non si poteva fare, lo aveva scritto anche Emiliano nella legge regionale di favore, ma Cozzoli è andato avanti come un treno, senza guardare in faccia a nessuno, neanche all’INPS costretta a pagare decine di milioni di euro ai dipendenti dell’ex struttura sanitaria.
Tanto ci pensava Calenda, allora Ministro dello sviluppo economico, ad avallare un’operazione impossibile al Mise nel febbraio 2017.
Con un accordo ministeriale così importante da non essere firmato da nessun dirigente, neanche dal Ministro Calenda (che gli accordi li firma e poi li sconfessa) ne’ dalla Vice Ministra Bellanova (che per la verità di questa vicenda non sapeva nulla) cosa strana ma vera.
E poi venne il successo, vennero i soldi, tanti soldi, tutti pubblici.
Anche quelli per il Covid, nonostante le strutture private e pubbliche fossero infestate dal Covid sia come dipendenti che come pazienti. E senza limiti di tariffa, come evidenziato dal consigliere Regionale Zullo,di Fratelli di Italia ,che chiede invano una commissione d’inchiesta sul comitato d’affari regionali.
Ma basta la parola di Emiliano e il Covid non c’è, c’è solo nelle altre RSA che vengono commissariate…da altre strutture, Mentre alcune private diventano braccio operativo delle ASL di Foggia e della Bat.
E vennero le elezioni regionali, un tripudio di consensi per Emiliano e Piemontese, che avevano promesso di risolvere tutti i problemi dell’ex strutture sanitarie private , anche prima delle elezioni, con apposite delibere regionali, per riconoscere quello che richiedeva invano dal 2004.
Si, la Guardia di Finanzia sequestra documenti , passano le indagini ad un’altra Procura, quella di Potenza, la quale indaga.Ma compare l’Agenda Draghi da portare avanti: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato, siamo con l’Emiliano, paisa’!
Con 22.000 preferenze bisogna per forza andare in parlamento, dove si è immuni da ogni (ingiusta) critica, anche da parte di chi, come Amati, consigliere autorevole ,ora grida allo scandalo di un PD che non c’è più.
Ora c’è il PUS. Meglio così. Almeno per gli elettori pugliesi sarà più chiaro per chi votare, scegliendo gli uomini (le donne sono state eliminate o sono in quarta fila, dove non si prende niente) di successo (per caso ‘sanitario’) o gli altri dei partiti antiPUS, che questo successo non lo hanno ancora raggiunto, almeno non a spese dello Stato