Lerario ex capo della Protezione civile, la Regione Puglia parte civile contro
La Regione Puglia si presenterà contro l’ex dirigente ex capo della Protezione civile e gli imprenditori Donato Mottola e Luca Leccese. Richiesta di costituzione era stata formulata nella mattinata nel processo a carico dell’imprenditore di Noci Mottola, accusato di corruzione.
L’ex dirigente regionale Mario Lerario e l’imprenditore Luca Leccese di Foggia,avevano già chiesto il giudizio abbreviato per il processo per tangenti a carico dell’ex capo della Protezione civile pugliese slittato ad oggi 16 giugno, data fissata dal gip Anna Perrelli dopo la richiesta di giudizio immediato cautelare avanzata dal procuratore Roberto Rossi e dall’aggiunto Alessio Coccioli.
Ricordiamo ai lettori di Youfoggia.com che Lerario, Luca Leccese e Donato Mottola sono stati arrestati il 23 dicembre 2021 in flagranza di reato ripresi da una video camera installata nella macchina dell’ex dirigente Lerario,nell’ambito dell’indagine della Guardia Finanza sulle tangenti per gli appalti della Protezione civile. Tutti e tre erano agli arresti domiciliari, con Lerario che ha trascorso circa tre mesi in carcere. L’ex dirigente ,assistito dall’avvocato Michele Laforgia ha, come previsto, chiesto di essere giudicato in abbreviato, cioè allo stato degli atti, per beneficiare dello sconto di pena previsto. Nel caso particolare della richiesta di giudizio immediato cautelare (che salta l’udienza preliminare), questo comporta che il procedimento debba tornare indietro: sarà il gup Marco Galesi, cui è titolare del fascicolo, a fissato la data dell’udienza. Oggi 16 giugno, davanti alla Prima sezione collegiale del Tribunale di Bari (presidente Marrone) comparso invece il solo Mottola(difeso dagli avvocati Bruno e Tolentino).
L’accusa ritiene che Lerario, 49 anni, abbia truccato almeno cinque appalti per 2,8 milioni a favore di Leccese e altrettanti per 2,5 milioni a favore di Mottola, aggiudicando loro gare che non avrebbero dovuto vincere, per questo l’accusa di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, fattispecie più grave rispetto alla corruzione impropria contestata in fase cautelare. L’arresto è scattato in flagranza dopo che la microcamera installata nell’auto di Lerario ha registrato la consegna di 10mila euro da parte di Leccese. Il giorno precedente il dirigente aveva preso un pacco regalo di Mottola in cui erano nascosti altri 20mila euro. I tre hanno sostanzialmente ammesso la consegna del denaro. Una consulenza tecnica sugli appalti chiesta in questi mesi dalla Procura ha permesso di accertare che le procedure di gara sarebbero state alterate per permettere la partecipazione delle imprese di Mottola e Leccese nonostante la mancanza dei requisiti. Da qui la diversa accusa nei loro confronti, sui cui dovrà ora decidere un Tribunale.