EMILIANO:”NON LASCEREMO DA SOLA FOGGIA “
Molti lettori di YouFoggia.com hanno protestato per le recenti dichiarazioni di Emiliano sulla creazione da parte della Regione Puglia di una struttura di sostegno amministrativo-politico alla disastrosa gestione commissariale del Comune di Foggia.
Per onestà intellettuale dobbiamo dire che non siamo d’accordo con le proteste dei nostri LETTORI, che gridano invece allo scandalo.
LUI può, lo ha sempre detto, i governatori regionali hanno poteri straordinari e quindi LUI, che sulle questioni foggiane è UNO e TRINO (con Piemontese e Cusmai) o addirittura QUATRINO (con Piemontese, Cusmai e la new entry Mainiero), può dire e fare quello che ha detto e che vuole fare ed è giusto che torni a Foggia “per fare annunci sulle collaborazioni che stiamo avendo con il sistema giudiziario ed investigativo”, come riferisce la Gazzetta del Mezzogiorno nel suo articolo, aggiungendo le parole di Emiliano che parla con plurale maiestatis, “noi non lasceremo Foggia da sola”, che ai nostri LETTORI è suonato più come una minaccia che una rassicurazione, inducendo alcuni a fare ingiustificatamente gli scongiuri.
Del resto, oltre che governatore da sette anni, dopo aver fatto il sindaco di Bari per dieci anni, LUI è stato oltre diciassette anni fa uomo di legge, abiti che sono stati necessariamente dismessi per dedicarsi alla politica amministrativa e anche a quella nazionale, spesso in contraddizione e in contrasto con il principio di legalità.
Perché il politico deve andare oltre la legge, per soddisfare i bisogni del suo popolo sovrano, come lui deve essere sovrano del popolo.
In ogni caso non crediamo che l’intermezzo amministrativo dell’assessorato comunale con la giunta Miglio, voluto per non tornare a fare l’uomo di legge attivo e rimanere in politica attiva, gli abbiano fatto dimenticare alcuni rudimenti della Costituzione. E infatti il Comune di San Severo è stato l’unico dei grandi comuni della provincia di Foggia a non essere stato commissariato per mafia. Li è passato il suo odore di legalità che ha salvato la città, nonostante gli errori e orrori amministrativi da quando LUI non c’è più a salvare la legalità senza essere più uomo di legge.
Non è colpa di Emiliano se il capoluogo di provincia è stato commissariato per mafia.
È colpa del Ministro dell’Interno se la richiesta dell’ex prefetto, prima respinta dal governo Conte, è stata poi accolta dal governo Draghi, quando non vi erano più neanche le condizioni per il commissariamento, dal momento che il consiglio comunale era sciolto per dimissioni.
La colpa è della Ministra dell’Interno anche nella scelta dei commissari del comune capoluogo in odore amministrativo di mafiosità, che hanno dimostrato totale incapacità, tanto da costringere la Ministra ad accordarsi con Emiliano e con le Procure di Foggia e Bari, compresa la Procura distrettuale antimafia e forse la Procura Nazionale antimafia del foggiano Melillo, per l’intervento di una struttura di sostegno giuridico-amministrativo.
Una conferenza di servizi per gestire il marchio mafioso del capoluogo foggiano e dei suoi cittadini senza creare ulteriori effetti negativi. Una bella conferenza di servizi riservata tra Lamorgese, Emiliano e le Procure competenti.
Questo è sicuramente quello che è successo, nell’alveo della legalità costituzionale a cui sempre si è ispirato il politico Emiliano.
I nostri lettori lo potrebbero contestare solo se non fosse avvenuta nessuna conferenza di servizi e nessuna intesa, ma Emiliano ha parlato di accordi con le Procure e con il Ministero, di “collaborazioni che stiamo avendo con il sistema giudiziario ed investigativo”.
Ci sono sicuramente questi accordi, ci saranno, anche se non possiamo accedere al loro contenuto. Per ragione di privacy, di presunzione di innocenza e/o di delicatezza della questione.
Parliamo di mafia, anche se per editto ministeriale e non per riscontri giudiziali.
Se poi si dovesse scoprire che non vi sono stati accordi, allora potremmo cambiare opinione e condividere le censure dei nostri lettori.
Ma fino ad ora né il Ministero dell’Interno né le Procure hanno smentito gli accordi con Emiliano.
Il silenzio in questo caso è d’oro o almeno lo è fino a prova contraria ……..