La giornata del ricordo per la morte di Falcone e la scorta, ma a Foggia non è cambiato nulla
Trent’anni fa la strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie, Francesca Morvillo, gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
«Bisogna evitare che Foggia alle prossime elezioni possa tornare ad essere governata da uomini vicino alla criminalità ». In questi mesi si dovrà costruire un percorso rivolto al rispetto dei diritti che contraddistingue il cambiamento culturale della città, che dopo ciò è successo è stata capace di liberarsi dal governo degli affari e delle infiltrazioni che condizionavano le decisioni politiche e tecniche e per questo con forza dobbiamo impedire che torni a governare la malavita».
Infatti, <è inquietante che le persone che hanno un ruolo politico, debbano ritirare i propri candidati per scegliere un candidato vicino alle famiglie che in capitanata gestiscono il malaffare per prendere voti>
“L’Intreccio “ la DIA considerò la criminalità della Capitanata
La sinergia tra i clan sarebbe funzionale alla pianificazione e gestione delle attività illecite nonché alla condivisione degli interessi economico-criminali che consentono di governare la complessità del processo espansionistico partendo da un comune epicentro fondante che si espande sempre più verso l’esterno. Capaci di stabilire interconnessioni al loro interno attraverso l’adozione di modelli tendenzialmente federali e al passo con la modernità le tre batterie mafiose sono in grado di influenzare le dinamiche criminali nelle altre aree della provincia (Gargano e Alto Tavoliere) estendendosi in altre regioni come l’Emilia Romagna100, il Molise e l’Abruzzo101. Una possibile condizione di stallo fra le articolazioni criminali in conseguenza delle recenti attività di contrasto non consente di escludere una presumibile spinta di riassetto finalizzata a stabilire nuove gerarchie ed equilibri102. Protagonista della settima guerra di mafia, combattuta a Foggia contro il clan facente capo ai SINESI-FRANCAVILLA la batteria MORETTI-PELLEGRINO-LANZA dotata di pervicace forza e carisma criminale estenderebbe la propria influenza mafiosa nell’Alto Tavoliere grazie all’appoggio del sodalizio LA PICCIRELLA–TESTA103 nell’area garganica in virtù dei collegamenti.
Il 30 gennaio 2021, a Rimini e Foggia i Carabinieri hanno eseguito l’OCCC n. 3507/2020-21 RGNR – n. 188/2021 RG GIP, emessa dal Tribunale di Ravenna il 25 gennaio 2021 nei confronti di 8 soggetti (di cui 7 originari della provincia di Foggia), ritenuti responsabili, in concorso ed a vario titolo, di furto aggravato e porto abusivo di armi in luogo pubblico. Gli indagati sono ritenuti i componenti di una banda che tra gennaio e settembre 2020 ha commesso una serie di “assalti” ai danni di sportelli ATM ubicati nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini mediante la cd tecnica della “marmotta”. Tra gli arrestati figura anche un soggetto legato alla società foggiana come emerso anche dall’operazione “Decimabis”. Ciò a dimostrazione di come, nell’intera provincia di Foggia, sia costante l’osmosi tra criminalità organizzata e quella comune. 101 L’8 marzo 2021, a Foggia, la Guardia di finanza ha eseguito l’OCCC n. 10494/19 RGNR – n. 4031/20 RG GIP – n. 303/202, emessa dal Tribunale di Foggia il 2 marzo 2021, nei confronti di 7 persone responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il gruppo, oltre a rifornire le piazze di spaccio locali, vantava proiezioni operative anche in Abruzzo; il 9 marzo 2021, il Tribunale di Foggia con l’ordinanza n. 2248/20 RGT – 1729/19 RGNR – 276/21 RCC, ha disposto la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con quella dell’obbligo di dimora nel comune di Pescara nei confronti di un soggetto, referente della batteria MORETTI-PELLEGRINO-LANZA nell’area dell’alto Tavoliere. 102 Il 15 Febbraio 2021, una figura di rilievo nel panorama mafioso foggiano, è stata scarcerata e sottoposta agli arresti domiciliari a Nettuno (RM) con ordinanza della Corte di Appello di Bari del 29 gennaio 2021 n. 1815/2020 RGNR – n. 10201/2013. Tale soggetto rappresenta uno dei più qualificati interpreti dell’intero contesto mafioso della provincia di Foggia anche in virtù delle attive e storiche sinergie con la mafia garganica e calabrese. Lo stesso risulta, inoltre, vicino al potente boss SINESI attualmente detenuto in regime di 41bis, capo storico della società foggiana nel tempo divenuto figura apicale e ai vertici del nucleo direttivo della batteria SINESI-FRANCAVILLA, che il 17 febbraio 2021, con sentenza n. 453/21 del Tribunale di Foggia, è stato condannato alla pena della reclusione di 5 anni per detenzione e porto illegale di arma comune da sparo con l’aggravante del metodo mafioso.
COME LE ORGANIZZAZIONI INTERAGISCONO CON LE ALTRE FAMIGLIE CREANDO UN CENTRO DI DECISIONE.
Il soggetto sebbene legato alla società foggiana in particolare alla batteria MORETTI-PELLEGRINO-LANZA interagiva con i clan garganici come i MARTINO ed i ROMITO confermando come il promontorio rappresenti nelle dinamiche mafiose una delle principali cerniere della provincia. Sul territorio sarebbe confermata la presenza del clan LI BERGOLIS grazie ad un costante avvicendamento tra vecchie e nuove leve, soprattutto nel settore dello spaccio di sostanze stupefacenti e nel racket delle estorsioni. A dimostrazione del carattere familistico della criminalità mafiosa garganica, nel semestre in esame non sono mancati episodi che hanno evidenziato il coinvolgimento diretto in eventi criminali dei rampolli delle famiglie mafiose121. Ciò in particolare è emerso dall’operazione122 dei Carabinieri che il 17 aprile 2021 ha portato all’arresto tra gli altri, di un minorenne figlio di un esponente di vertice del clan LI BERGOLIS. Anche nel Tavoliere sarebbero confermate la commistione d’interessi e le collaborazioni tra i gruppi criminali locali, foggiani e del Gargano. La città di San Severo123 si confermerebbe epicentro delle dinamiche criminali della provincia per il ruolo strategico assunto nel traffico degli stupefacenti124 con proiezioni anche extraterritoriali grazie ai forti legami con la camorra, la ‘ndrangheta e la criminalità albanese. In tale contesto rilevano i riscontri giudiziari di un’indagine125 che il 13 aprile 2021 ha rivelato un traffico di cocaina e hashish sull’asse San Severo-Manfredonia facente capo a 2 pregiudicati di cui uno è risultato inquadrato nella criminalità organizzata sanseverese. Durante l’attività di indagine gli inquirenti hanno anche riscontrato condotte di contrabbando di alcool e di tabacchi lavorati esteri provenienti dalla Campania per il tramite di un pregiudicato che è stato colpito nel febbraio 2021 unitamente ad altri 12 soggetti da una misura cautelare emessa dal Tribunale di Napoli nei confronti di un’organizzazione a delinquere dedita al traffico di T.L.E. La funzionalità dell’asse Puglia-Campania è emersa in particolare nel settore dello smaltimento dei rifiuti che rappresenta un business altamente remunerativo per la criminalità organizzata foggiana. Nel semestre in esame con l’operazione “Eco”126 è stata documentata l’esistenza di un sistema criminale promosso da un gruppo di imprenditori di San Severo e della provincia di Caserta finalizzato all’illecita movimentazione di rifiuti speciali derivanti dallo scarto di quelli solidi urbani provenienti dalla Campania, nonché al successivo smaltimento in discariche abusive. Figura apicale e punto di riferimento dell’organizzazione era un imprenditore pregiudicato di San Severo che in collaborazione con due imprenditori casertani anche nel periodo in cui era sottoposto a misura restrittiva domiciliare per reati della stessa specie aveva organizzato il trasporto di balle di rifiuti misti dalla provincia di Caserta a quella di Foggia e di Chieti. La città127 sanseverese presenta profili di maggiore metamorfosi e instabilità dovuti ai vuoti di potere e alla contrapposizione armata tra diverse fazioni che potrebbero favorire un parziale ritorno agli assetti del passato. Ne sono dimostrazione i risultati investigativi connessi con l’inchiesta128 del 9 marzo 2021 condotta dai Carabinieri che ha registrato il coinvolgimento di giovani legati alle storiche famiglie criminali del luogo. La fluidità dello scenario criminale, dovuto alla continua ricerca di nuovi assetti, non sempre coincide con il raggiungimento di stabili equilibri nella gestione delle attività illecite. In tal senso si può inquadrare l’agguato del 1 gennaio 2021 nei confronti di un pregiudicato attivo nelle piazze di spaccio129 e i recentissimi omicidi del 12 luglio 2021 e del 14 agosto 2021 che attestano una percettibile destrutturazione della criminalità organizzata sanseverese come conseguenza del passaggio dell’assetto orizzontale a quello verticistico. Sebbene siano incisive infatti le influenze dei MORETTI – PELLEGRINO sul panorama criminale di S. Severo si deve individuare “una vera e propria mafia sanseverese non più articolazione della società foggiana” così come è emerso dagli esiti investigativi dell’indagine “Ares”132 del 2019 che ha ridisegnato lo scenario mafioso della provincia di Foggia. Sarebbe infatti confermata l’operatività nella zona tra San Severo e Torremaggiore dei clan LA PICCIRELLA-TESTA e NARDINO contrapposti in una cruenta guerra per il controllo delle attività illecite nella zona. L’operazione “Hydra” del 2019 ha invece cristallizzato gli interessi di 2 luogotenenti di cui uno133 nel contesto sanseverese riferibile al capoclan del gruppo LA PICCIRELLA-TESTA134 e l’altro nel comune limitrofo di Torremaggiore135 riconducibile alla figura di un imprenditore nel settore dei rifiuti che avrebbe promosso un sodalizio dedito ad operazioni di auto-riciclaggio e truffa. Questo stesso elemento, legato alla batteria foggiana MORETTI-PELLEGRINO-LANZA e indagato nella citata inchiesta “Hydra” il 24 maggio 2021 è stato destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo di beni del valore di 1 milione e 650 mila euro.