“DECIMA AZIONE” 60 ANNI DI CARCERE AI PRINCIPALI RESPONSABILI DELLA MAFIA FOGGIANA “

Le condanne sono state pesanti,18 anni e due mesi a Giuseppe Albanese, 21 anni e due mesi a Giuseppe Spiritoso e 21 anni a Fabio Tizzano, tutti ritenuti appartenenti al clan Moretti. 

Il dott Capano sostituto procuratore della Dda di Bari aveva chiesto 22 anni per Giuseppe Spiritoso soprannominato  “Papanonno”, 9 anni e mesi 4 per il figlio Lorenzo, 20 anni a Giuseppe Albanese sopranominato  “Prnion” e 22 anni a Fabio Tizzano. Accusati di mafia estorsione, tentato omicidio .Tutti gli imputati sono appartenenti al clan Moretti-Pellegrino-Lanza, sodali del capo indiscusso  Rocco Moretti, soprannominato “Il porco”, boss storico della “Società Foggiana”, ristretto al 41bis in carcere di massima sicurezza.

Gli anni totali inflitti sono 60 anni,sentenza molto dura e importante nei confronti degli imputati, processo chiamato “Decima Azione”.

Le pene,18 anni e due mesi a Giuseppe Albanese, 21 anni e due mesi a Giuseppe Spiritoso e 21 anni a Fabio Tizzano, tutti  appartenenti al clan Moretti. 

L’unica assoluzione Lorenzo Spiritoso.

Giuseppe Spiritoso sarà destinato ad una colonia agricola per un anno mentre gli altri due sottoposti a libertà vigilata per tre anni. Novità rilevante, i condannati,molto importante dovranno risarcire le parti civili.

Spiritoso accusato di estorsione aggravata in concorso materiale e morale con Alessandro Aprile e Francesco Tizzano  ai danni del gestore dell’Agriturismo “Rotarott, minacciato e costretto a versare 1500 euro. Reato ritenuto  mafioso, al fine di agevolare la batteria dei Moretti.

Giuseppe  Spiritoso e il figlio Lorenzo, in concorso con altre persone già processate presso il tribunale di Bari,sono accusati di aver estorto denaro al fornitore di pneumatici Di Gianni. Per Giuseppe Spiritoso c’era inoltre l’accusa di estorsione a “Carni & Affini”: il titolare sarebbe stato costretto a versare 4mila euro nel periodo natalizio con l’impegno di versare altri 4mila euro a Pasqua.

Infine, Fabio Tizzano presunto responsabile del tentato omicidio di Mimmo Falco, organizzato ed eseguito insieme a persone non identificate in risposta al tentato omicidio del boss Vito Bruno Lanza chiamato nell’ambiente “U’ lepr. Falco fu colpito da colpi d’arma da fuoco alla schiena che lo resero gli paralizzato su una sedia. In questo processo si sono costituiti parti civili associazione Panunzio, Confindustria Puglia e Foggia, Comune di Foggia e Regione Puglia. Solo poche settimane fa, nell’aula bunker di Bitonto.  Soddisfazione è stata espressa dall’associazione Panunzio: “Prendiamo atto con favore, al netto dei successivi gradi di giudizio, del fatto che la sentenza ha confermato in larga parte gli addebiti e ha riconosciuto il risarcimento del danno alle parti civili, tra cui l’associazione intitolata a Giovanni Panunzio.

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