Lesina:La nave dei veleni: “procedura d’infrazione dell’Unione europea ai danni dell’Italia per il degrado ambientale causato.
Il pomeriggio del 16 dicembre 1988 si incagliò sul litorale adriatico precisamente a Lesina, nella provincia di Foggia. Il comandante libanese Hamad Bedaran si avvicinò un po’ troppo alle coste di Marina di Lesina a dodici miglia dalle isole Tremiti, per ripararsi dalle pessime condizioni meteorologiche. Eden V era salpata da Beirut,trasportava legname dove scarico’ subito, dopo, proseguendo il viaggio carico’ ferro per trasportarlo in Jugoslavia.Per ripararsi dal brutto tempo si avvicino’ alle coste dove rimase incagliata.Immediatamente,caso strano il personale abbandono’ la nave.17 tra libanesi, pakistani, siriani, indiani, sudanesi ed egiziani,scapparano facendo perdere le loro tracce .Da un controllo della capitaneria di porto di Manfredonia si riscontro’ che la nave era troppo leggera per resistere alle onde,alla burrasca che era in atto, dato che le pompe delle zavorre non funzionavano e i vani per appesantire la nave erano vuoti.
Immediatamente dopo si verifico’ l’insabbiatura della nave, fu nominato il custode,nella persona del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Lesina.
DA UNA VERIFICA DEL LIBRO DI BORDO, si accerto’ che la Eden V era una nave da carico costruita in Giappone nel 1968 e varata con il nome di Etsuyo Maru.
Considerata una delle tante “navi a perdere”.
Dopo quasi 21 anni, nel 2009 si riscontro’ che la nave non poteva stare più ferma perché tra gasolio,olio e altro, aveva versato in mare inquinanti sulla costa(ci solo voluti ben 21 anni) per decidere che si dovesse fare.
La nave,Eden V fu considerata il “mostro” , un animale marino non vivo. Il relitto di una nave straniera ,di 3mila tonnellate di stazza per 100 metri di lunghezza, passata alla storia, anche giudiziaria, per essersi arenata in circostanze misteriose nel dicembre 1988 sul litorale pugliese, in contrada “Morella”.
Nel 2013 il presidente ,di allora, del Parco nazionale del Gargano, Stefano Pecorella assessore provinciale all’ambiente ,cerco’ di mettere una pezza,dopo ben 25 anni di attese vane. Fece un comunicato stampa , lanciando in una crociata pro-rimozione del relitto, chiamando a raccolta quanti più soggetti istituzionali possibili, o almeno quelli più o meno direttamente coinvolti per le loro competenze istituzionali. Pecorella, andò anche al Ministero dell’Ambiente, Regione Puglia, coinvolse amministrazioni locali e associazioni ambientaliste. Pecorella chiese di creare un tavolo per la risoluzione totale del problema.
Diverse procure si occuparono del caso
A occuparsi del caso, dal punto di vista giudiziario, fu la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucera e da quell’inchiesta emerse più di un punto oscuro, carte false, niente dotazione di bordo, contraddizioni e altro materiale che finì anche in interrogazioni parlamentari polemiche.
L’international Marittime Bureau con telex cominico’ che i documenti di classificazione trasmessi erano falsi pertanto mai iscritta presso i loro registri.
Si riscontro’ che la nave, varata in Giappone nel 1969,aveva cambiato nome undici volte prima di essere ribattezzata Eden V.
Il comandante della nave Bedaran venne interrogato dal Sostituto Procuratore di Lucera. Si limitò a deporre che la nave era partita da Beirut per scaricare ferro in un porto croato (Ploce). Riuscì a dileguarsi prima della seconda udienza.
La classificazione fu considerata anomala e dubbia,il relitto di 3119 tonnellate di stazza di circa 100 metri non era indicata su alcuna mappa pertanto da considerate “nera”.
E adesso la Procura di Foggia.
Inquinamento ambientale e radioattivo.
Da una verifica effettuata si riscontro’che attorno alla nave per un raggio di 3/4 chilometri sul litorale c’è stato uno versamento di olio di carburante oltre ad un deposito interno alla nave di ben 120/130 barili arrugginiti.(secondo Youfoggia ne sono quasi 350) La verifica fu effettuata da tecnici che rilevano con dei termo-scanner un quantitativo di contenitori,barili contenenti sostanze che fuori uscivano. La scia del liquido che usciva era di colore marrone e verde,la fuori uscita di detti materiali era stata stimata approssimativamente in un raggio di 80/100 chilometri. Inoltre i tecnici ASL di Foggia ritrovarono tonnellate di rifiuti radioattivi. Da analisi effettuate si verifico che i dati erano allarmanti,1600 Becquerel per Kg.( La concentrazione di radon in aria si misura in Bq/m3 ( per metro cubo).Certificata dal Prof.D.Palermo direttore di chimica dell’Istituto Zoprofitatico di Puglia e Basilicata.
Lavori di smantellamento e smaltimento dei rifiuti.
Nel 2006 si era conclusa una gara d’appalto per la rimozione del relitto, ma la demolizione è stata interrotta nel 2007, poiché l’azienda incaricata non aveva avuto le autorizzazioni per il consenso allo smaltimento dei rifiuti prodotti nello smantellamento della nave della Eden V.
Fu mandata ai Ministri dell’Interno,della Salute,dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del mare una interrogazione nessuna risposta si ebbe.
Oggi si teme che nonostante siano passati tanti anni senza fare nulla, ci siano molti fusti che siano ancora depositati sul fondo dello specchio d’acqua o siano stati portati dalle varie tempeste in altre zone sulla costa lesinese,visto il lungo periodo passato.
Nel 2007 il relitto venne sottoposto a sequestro dalla Procura di Lucera per lavori di smantellamento che poi furono sospesi.
Ipotizzando, l’Eden V, una della tante navi losche che solcano il Mediterraneo, trasportava un carico inquinanti e dubbi, “sporcando “ con svariate tonnellate di rifiuti radioattivi e altro,non caratterizzati , da far sparire in fondo all’Adriatico, all’altezza del Gargano.
Oggi c’è una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea ai danni dell’Italia per il degrado ambientale causato.
Cosa si farà,cosa succederà ? Lo vedremo.
Pubblichiamo una foto della nave insabbiata nel 1988.Oggi se riscontrate con la foto pubblicata dalla Capitaneria di Porto Di Manfredonia non è rimasto molto.Lasciamo a voi le dovute considerazioni.