TANTA VOGLIA DI EMERGERE DALLO STATO DI EMERGENZA A TEMPO INDETERMINATO
C’è molta confusione tra la gente sulla fine dello stato di emergenza nazionale sanitaria. Noi di Youfoggia.com, siamo andati a fondo e abbiamo approfondito tale materia con un esperto, con cui ne parliamo, l’avv. Vincenzo De Michele e gli domandiamo subito:
Quando finisce lo stato di emergenza?
E’ come l’ergastolo ostativo, fine emergenza mai. Non c’è pace per gli italiani e per il mondo.
Perché, Draghi ha detto che finisce il 31 marzo? Si, ma forse non ha stabilito di quale anno. Bisogna leggere la Gazzetta d’ora in poi. Conviene.
La Gazzetta del mezzogiorno, tornata in edicola finalmente il 19 febbraio?
No, non mi riferisco alla gloriosa testata del sud, finalmente riemersa dalle nebbie delle procedure fallimentari in nuove e belle vesti editoriali. Parlo della Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, la serie generale delle leggi e dei provvedimenti normativi.
E che cosa ha trovato di così interessante nella Gazzetta ufficiale?
Su quella del 10 marzo ciò che cercavo dal 25 febbraio, dal giorno dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di ignoti. La dichiarazione di stato di emergenza per la guerra contro ignoti fino al 31 dicembre 2022, con pieni poteri alla Presidenza del Consiglio dei ministri di modificare tutte le leggi dello stato con semplici ordinanze del Capo Dipartimento della protezione civile. Ma che dice avvocato, la protezione civile serve per le calamità naturali e lo stato di guerra lo dichiara il Parlamento e la nostra Costituzione comunque ripudia la guerra. La Costituzione ripudia la guerra contro noti, ma tace sulla guerra contro ignoti, ad esempio extraterrestri, caduta di corpi celesti sul suolo terrestre, ecc.
Non scherzi avvocato che la situazione è seria.
È grave ma non seria, direbbe Flaiano. Sta di fatto che il 10 marzo sono state pubblicate in gazzetta ufficiale, in bella vista, ben due delibere del consiglio dei ministri del 25 febbraio, che erano state già annunciate dal governo nel comunicato stampa di pari data, tutte e due per la crisi ucraina. La prima dichiara lo stato di emergenza nazionale per tre mesi per interventi all’estero, quindi fino al 25 giugno. La seconda lo stato di emergenza nazionale fino al 31 dicembre 2022, per gli interventi sul territorio nazionale. Insomma una dichiarazione di Stato di guerra contro ignoti da combattere per tre mesi all’estero e a tempo indefinito in Italia. Grazie ai poteri eccezionali autoconferiti al nostro eccezionale premier, attraverso la protezione civile, che dovrebbe combattere e risolvere le calamità naturali, ma è in grado ora di operare, magari con Figliuolo ancora a commissario per la nuova emergenza, a 360 gradi su tutto il territorio mondiale. Altro che Nato.
Non ci crediamo!
Allora leggete, toccate, come San Tommaso. Non è come l’emergenza sanitaria per il Covid, dichiarata dal consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020 per sei mesi e tenuta nascosta a pag. 8 della gazzetta ufficiale per non spaventare la popolazione e per evitare di prendere provvedimenti per 40 giorni, consentendo l’adozione di misure preventive che avrebbero risparmiato la vita a decine di migliaia di persone in Italia e a centinaia di migliaia nel mondo. Adesso abbiamo previsto tutto lo scenario e ci siamo mossi subito. Emergenza per la guerra contro ignoti, che si combatte con la protezione civile.
Ma allora è sempre emergenza nazionale a tempo indefinito, come sostiene lei?
Si, e senza il coinvolgimento delle Regioni, come per quella sanitaria, che Draghi ha già prorogato per due mesi oltre il limite di due anni fissato dall’art. 24 del decreto legislativo n. 1 del 2018. Senza che né la Corte costituzionale né la giustizia amministrativa possano intervenire a dichiarare illegittime le delibere del consiglio dei ministri e i conseguenti provvedimenti della protezione civile che dichiarano lo stato di emergenza nazionale e modificano le leggi dello stato al di fuori del controllo del Parlamento.
Ma se il capo della protezione civile e quindi Draghi nello stato di emergenza possono cambiare liberamente le leggi, significa che la Corte costituzionale può intervenire e dichiarare illegittimo tutto ciò?
Non è così. La Corte costituzionale, a cui avevo rappresentato questo problema attraverso il giudice di pace di Lanciano per l’emergenza sanitaria, nella sentenza n.31/2022 ha affermato che si tratta di provvedimenti amministrativi, che non sono sindacabili dal Giudice delle leggi. Io avevo impugnato la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 e gli atti conseguenti sull’emergenza sanitaria anche davanti alla giustizia amministrativa, ma il Consiglio di Stato mi ha dichiarato inammissibile il ricorso per mancanza di interesse, non avendo dimostrato di aver subito un danno a titolo personale come professionista.
Quindi dobbiamo accettare l’ineluttabile leggerezza dello stato di emergenza nazionale permanente a tempo indefinito.
In ogni caso l’emergenza sanitaria cessa il 31 marzo e potremo fare a meno del green pass e delle limitazioni ai diritti e dell’obbligo vaccinale. Neanche questo è vero. Draghi con DPCM del 3 marzo 2022, pubblicato sulla gazzetta ufficiale il giorno dopo, ha modificato il proprio DPCM del 17 giugno 2021, prevedendo per chi ha la terza dose del vaccino un’estensione della durata del certificato verde super extra maius green pass fino a 540 giorni, prorogabile automaticamente per altri 540 giorni. Evidentemente o non ci saranno nuove elezioni politiche nella primavera del 2023 o Draghi prevede di rimanere premier/Capo di Stato anche dopo le elezioni. E poi l’obbligo vaccinale permane fino al 15 giugno 2022 per gli over 50 e per gli operatori anche amministrativi nel settore della sanità pubblica e privata, oltre che nella scuola.
Possibile che non ci sia la possibilità di contrastare tutto questo che lei ha descritto, e che ci pare inverosimile?
L’unico che ci può salvare è Vincenzo De Luca, il presidente della Regione Campania. Non è stato consultato dal governo per la nuova dichiarazione di emergenza nazionale, così come avvenne per l’emergenza sanitaria quando le Regioni furono escluse dalla consultazione che era ed è obbligatoria per legge per le emergenze e le calamità naturali, anche provocate dall’uomo, dove per la nuova emergenza nazionale/internazionale l’uomo sarebbe Putin, che adesso vuole indietro le opere d’arte russe che sono state concesse in esposizione ai musei italiani. Il Vincenzo salernitano ci può salvare o, se non interviene subito, Crozza quando imita De Luca.