Brescia-Foggia,blitz contro il comando di cerignolani rapinatori, sequestrate molotov e armi automatiche da guerra
Il gruppo dei rapinatori proveniente dalla Puglia, stavano preparando un colpo da 80 milioni di euro nel deposito(caveau)della Mondialpol. Sarebbe stato il colpo che avrebbe sistemato tutti.Le persone arrestate sono 31.
Arrestata una banda di rapinatori specializzati in assalti a furgoni blindati e caveau. Nel pomeriggio di ieri, in provincia di Brescia, a seguito di indagini, che sono durate 6 mesi dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, Polizia di Stato e Carabinieri hanno arrestato un gruppo di 31 rapinatori, provenienti da Cerignola (Foggia), che stava per compiere un’imponente rapina a mano armata in un caveau di un istituto di vigilanza privata di Calcinato(BS).
“Sarebbe stata una rapina efferata se portata a termine, abbiano evitato un’azione criminale molto cruenta”, ha detto il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete illustrando i dettagli della maxi-operazione nella conferenza stampa. Il piano sarebbe dovuto scattare proprio ieri sera, “un colpo da 80 milioni di euro in contanti”. Tra le armi sequestrate quattro fucili d’assalto, pistole, una mitraglietta e chiodi per bucare pneumatici, oltre a 21 bombe molotov che carabinieri e Polizia di Stato hanno trovato in un capannone a Cazzago San Martino, sempre nel Bresciano, covo del gruppo. Tra i fermati ci sono anche due dipendenti infedeli dello stesso deposito Mondialpol che avrebbero avuto il ruolo di basisti.
I presunti rapinatori, con precedenti penali, alcuni ritenuti collegati a clan del foggiano e cosche della ‘Ndrangheta, nei mesi precedenti avevano rubato circa venti auto, furgoni e camion destinati ad essere dati alle fiamme allo scopo di isolare l’area d’interesse ed impedire l’intervento delle forze di polizia, nella loro disponibilità anche una ruspa che sarebbe servita per sfondare la parete blindata del caveau in cemento armato,come spiegato dal Procuratore delle repubblica di Brescia. Soldi che la Mondialpol custodisce nel proprio caveau provengono dagli incassi raccolti dagli esercizi commerciali della zona.
Gli investigatori , è stato spiegato in conferenza stampa ,osservavano i movimenti degli arrestati dallo corso ottobre, seguendo tutte le fasi della pianificazione del colpo, tra cui i sopralluoghi e i viaggi dalla Puglia verso il Bresciano dei vari componenti del gruppo criminale, attraverso le intercettazioni telefoniche ed ambientali.
IL PIANO DA ATTIVARE
Gli aspetti logistici erano curati in modo PRECISA DETTAGLIATA IN MANIERA MANIACALE. Gli alloggi per i sodali in trasferta venivano procacciati in strutture ricettive che omettevano la comunicazione dei dati dei clienti, per evitare i consueti controlli della Questura. I presunti rapinatori erano pronti ad intervenire muovendo contemporaneamente da luoghi diversi, comunicando con telefoni dedicati ed apparati radio. Un primo gruppo era pronto a muoversi dal capannone industriale a Cazzago S. Martino (dove erano stati nascosti i mezzi preventivamente rubati) mentre altri due gruppi erano pronti a partire da due «covi» situati a GardoneVal Trompia e a Ospitaletto.
IL BLITZ
L’operazione anticrimine è stata condotta contestualmente su tutti e tre questi obiettivi, impiegando oltre trecento uomini e mezzi speciali. L’operazione è stata realizzata anche grazie al coordinamento investigativo effettuato dalla Procura Nazionale Antimafia. Oltre alla Polizia e ai Carabinieri di Brescia ne hanno preso parte anche le Squadre Mobili di Foggia,Milano, Venezia, Padova, Monza, Bergamo, Reggio Emilia, Verona, Piacenza, Parma, Cremona
I REATI CONTESTATI AL COMANDO
I reati contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata a commettere il reato di rapina, il tentativo di rapina pluriaggravata, la detenzione di armi da guerra, la ricettazione dei mezzi rubati, con l’aggravante del metodo mafioso. Le complesse indagini, che si sono protratte per oltre SEI mesi, sono state dirette dalla Direzione distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Brescia con il coordinamento operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato. Nella fase conclusiva l’operazione ha visto il dispiegamento di un imponente dispositivo composto da personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. L’operazione è stata realizzata anche grazie al coordinamento investigativo effettuato dalla Procura nazionale antimafia. Il sodalizio criminale, infatti, sarebbe stato in collegamento con clan malavitosi foggiani e con la ‘ndrangheta.