Il governo fa un accordo con Stellantis per un grande investimento nel Mezzogiorno
Si fara a Termoli la terza gigafactory del gruppo in Europa. Cambia tutto il sud diventa il nord degli investimenti
Sullo stato di salute dell’automotive è scattato nei giorni scorsi l’allarme di Federmeccanica e Fim Fiom e Uilm, che hanno fatto fronte comune, presentando un manifesto unitario sul grave rischio deindustrializzazione che potrebbe seguire ad una transizione energetica mal governata. Un investimento di circa due miliardi e mezzo a fronte di 370 milioni che dovrebbero essere garantiti dallo Stato. A luglio scorso, il ceoCarlos Taveres annunciò che Stellantis avrebbe investito oltre 30 miliardi di euro entro il 2025 nell’elettrificazione e nel software. L’impegno su Termoli, dopo Douvrin in Francia e Kaiserslautern in Germania, rientra in questa partita, che ha come obiettivo garantire che i veicoli elettrificati arrivino a rappresentare oltre il 70% delle vendite in Europa e più del 40% di quelle negli Stati Uniti, entro il 2030.
L’investimento su Termoli potrà garantire un futuro industriale a uno dei tre poli italiani di Stellantis. «Finalmente l’accordo tra Stellantis e governo c’è e si sono definite le modalità per la realizzazione a Termoli della terza gigafactory del Gruppo in Europa», ha esultato la segretaria generale della Uil, Tecla Boccardo. Dallo scorso 24 gennaio a Melfi è aumentata la produzione, passando da 15 a 17 turni settimanali. Ieri c’è stata una prima riunione di «ricognizione» tra i ministeri interessati, per arrivare a «coordinare» gli interventi sulla filiera dell’automotive ma anche della mobilità, con l’impegno a rivedersi al più presto, entro una decina di giorni.
Nel corso della riunione si sarebbe evidenziato che il settore è in sofferenza e ha bisogno di interventi «urgenti» ma anche «coordinati» tra loro. Il governo, insomma, prepara il piano per l’auto, la questione è centrale nell’agenda dell’Esecutivo Draghi. Al centro dell’attenzione del governo non c’è soltanto il ripristino degli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, ma anche misure come i contratti di sviluppo, gli accordi di innovazione, misure per il trasferimento tecnologico, fondi Pnrr su ricerca e Ipcei, importanti progetti di comune interesse europeo. Sono strumenti che il ministro Giorgetti, nel tavolo con le associazioni del settore, ha messo a disposizione anche della filiera auto.