Con l’elezione del Presidente della Repubblica cesserà lo stato di emergenza nazionale sanitaria e il super green-pass?

Abbiamo intervistato noi di Youfoggia.com l’avv. Vincenzo De Michele, che ha recentemente discusso in Corte costituzionale all’udienza pubblica dell’11 gennaio 2022 la questione di legittimità, sollevata dal Giudice di pace di Lanciano con ordinanza del 31 maggio 2020, della normativa emergenziale sanitaria per Covid-19, e, in particolare, la delibera di Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, che ha dichiarato l’emergenza sanitaria nazionale per sei mesi fino al 31 luglio 2020, utilizzando erroneamente, secondo il giudice, l’art.24 del d.lgs. n.1/2018, che riguarda gli interventi di competenza della Protezione civile per eventi naturali diversi dall’emergenza sanitaria.

Avvocato De Michele, come è andata l’udienza in Corte costituzionale sui primi provvedimenti emergenziali del Governo? Ci potrebbe essere qualche conseguenza sulla proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022?

La Corte si è riservata per la decisione, ma, al di là di quello che deciderà il Giudice delle leggi, ho rappresentato che ormai il problema dell’emergenza nazionale sanitaria è in via di definitiva soluzione sul piano degli interventi del Presidente del Consiglio dei Ministri anche attraverso il Dipartimento della Protezione civile e il Commissario Figliuolo. L’emergenza sanitaria cessa automaticamente e per legge il 31 gennaio 2022.

Avvocato, che significa? Il decreto legge del 24 dicembre 2021 n.221, non ancora convertito in legge, all’art.1, comma 1, prevede espressamente la proroga dell’emergenza sanitaria nazionale al 31 marzo 2022. 

Guardi, capisco e apprezzo la correttezza del suo rilievo, ma non sono impazzito e, da un punto di vista giuridico, ci vedo ancora molto bene. 

Per scelta, sbagliata a mio giudizio e su cui si pronunzierà la Corte costituzionale, il Governo ha utilizzato come normativa per l‘accentramento dei poteri in materia di emergenza sanitaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri quella prevista per le calamità naturali dal testo unico sugli interventi della Protezione civile, il d.lgs. n.1/2018 e, in particolare, come ho anticipato, l’art.24, che disciplina la deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale. Ebbene, il comma 3 di questo articolo fissa la durata massima dello stato di emergenza di rilievo nazionale a 24 mesi, che nel caso dell’emergenza Covid-19 dovrà cessare al 31 gennaio 2022, essendo iniziata il 1° febbraio 2020 e durata, ininterrottamente, per due anni.

Possibile che il Governo abbia commesso un errore così grave?

E’ certo che abbia commesso un errore così grave con la decretazione d’urgenza da lei richiamata, andando oltre i limiti massimi imposti dalla legislazione sugli interventi di Protezione civile, sempre richiamata per giustificare lo stato di emergenza nazionale. 

Lo  stato di emergenza sul territorio  nazionale  relativo  al  rischio  sanitario connesso all’insorgenza  di  patologie  derivanti  da  agenti  virali trasmissibili per Covid-19 è stato dichiarato e prorogato ininterrottamente dal 1° febbraio 2020 fino al 31 dicembre 2021 con le delibere del Consiglio dei ministri del 31  gennaio  2020, del 29 luglio 2020, del 7 ottobre 2020, del 13 gennaio 2021 e del  21aprile 2021, nonché con l’art.1, comma 1,  del  decreto-legge n. 105/2021, convertito in legge. 

Quando è stato approvato il decreto legge del 24 dicembre 2021 n.221, il Governo aveva soltanto un mese di tempo fino al 31 gennaio 2022 per prorogare lo stato di emergenza nazionale, ai sensi dell’art.24, comma 3, d.lgs. n.1/2018. 

E’ andato due mesi oltre, dal 1° febbraio al 31 marzo 2022, la durata massima consentita dalla legge sulla Protezione civile, che dal 1° febbraio 2022, come il Commissario Figliuolo, non sarà più legittimata ad intervenire con ordinanze urgenti. 

Che significa? Che effetti ci saranno sulla campagna vaccinale e sull’obbligo del super green-pass?

La campagna vaccinale contro il virus è legata al permanere dello stato di emergenza nazionale sanitaria che, come ho detto, cessa automaticamente per la legge utilizzata dal Governo per giustificarla alla data del 31 gennaio 2022. 

Oltre non sono giustificabili più altre restrizioni alle libertà personali, né è giustificabile per nessuna categoria di cittadini e/o lavoratori l’obbligo vaccinale contro il Covid-19. 

Stesso ragionamento vale anche per il green pass, super, extra, maius o di base che dir si voglia. 

Ad esempio, io ho completato il ciclo di vaccinazioni con due dosi di Moderna, l’ultima delle quali il 5 luglio 2021. Il mio green pass aveva una durata originaria di nove mesi, quindi fino al 5 aprile 2022, e io non ho nessuna intenzione, per il caos di informazioni contraddittorie e di provvedimenti normativi provenienti dal Governo, di fare la terza dose di Moderna, obbligatoria per ottenere il super green pass.

Il 1° febbraio 2022 il mio green pass scadrà anticipatamente, perché la durata iniziale da nove mesi è stata ridotta a sei, e io dovrei subire pesanti limitazioni alla mia libertà di circolazione, pur non essendo contrario alla vaccinazione sperimentale, che ho già provato senza nessuna conseguenza di salute. 

Come pensavo, l’elezione da me auspicata di Draghi a Presidente della Repubblica o comunque l’elezione entro il 31 gennaio di altro Presidente della Repubblica di pari dignità conciderà con la cessazione dello stato di emergenza e con la straordinaria e spesso incomprensibile limitazione dei nostri diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e, per quanto riguarda il super green pass, anche dall’Europa.

Infatti, come ha sottolineato il costituzionalista Giovanni Guzzetta, il decreto legge n.221/2021, che all’art.3 ha diminuito forzosamente la validità del green pass da 9 a 6 mesi, crea anche un conflitto insanabile con la relativa normativa dell’Unione europea e aprirebbe un vasto contenzioso con i cittadini perché, se il  diritto nazionale contrasta con quello europeo, non è applicabile.

Per fortuna, l’elezione di Draghi a Presidente della Repubblica e l’auspicata cessazione anticipata della legislatura con nuove elezioni di un Parlamento più “slime” e legittimato dal consenso popolare potrebbe risolvere tanti problemi che stanno incidendo sulla tenuta sociale, economica e democratica del nostro amato Paese

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