Omicron: in Belgio la chiusura dei teatri non passa
Diverse migliaia di persone, 5.000 secondo la polizia, hanno manifestato domenica a Bruxelles per protestare contro la chiusura delle sale di spettacolo imposta dalle autorità per arginare la diffusione della variante Omicron del coronavirus.
“No a questo stupido decreto!”, “A differenza della finanza, la cultura ci arricchisce”, “Nessuna cultura, nessun futuro” proclamavano i cartelloni nel comizio. Alcuni manifestanti indossavano maschere di carnevale, in un’atmosfera bonaria in cui si mescolavano persone di lingua francese e olandese.
Chiusura, nonostante un’epidemia in recessione
Il raduno, sotto una pioggia sottile, è durato circa due ore, ai piedi del Mont des Arts, il quartiere dei musei della capitale
belga. I manifestanti si sono dispersi senza incidenti a metà pomeriggio, secondo un giornalista dell’AFP.
Appollaiati su una piattaforma, i funzionari delle principali istituzioni culturali di Bruxelles, come il Teatro Reale Fiammingo (KVS) e il teatro dell’opera La Monnaie, hanno invitato i politici a “riconsiderare” la decisione di chiudere i teatri da domenica. Questa è stata presentata mercoledì come misura precauzionale nei confronti della variante molto contagiosa dell’Omicron.
Eppure la 4a ondata della pandemia continua a rifluire in Belgio, i numeri assoluti dei contagi sono in calo da tre settimane e gli esperti che consigliano il governo non avevano raccomandato in questa fase un nuovo giro di vite per la cultura nonostante la situazione. teso negli ospedali.
Parlando di “incoerenza” o addirittura “aberrazione”, diversi esperti di salute hanno pubblicamente denunciato questa decisione, considerata tanto più sorprendente in quanto caffè e ristoranti possono rimanere aperti in tutto il Paese a determinate condizioni.
“Disuguaglianza”
“Ancora una volta stiamo approfondendo le disuguaglianze e l’accesso alla cultura”, ha denunciato Virginie Cordier, direttrice del centro culturale La Vènerie, nel comune di Bruxelles di Watermael-Boitsfort.