LA VICENDA De Benedictis rapporti con il clan di Bari e di Foggia “Volevo una rendita per mio figlio ma feci il peggior affare della mia vita”
Tra i diversi racconti effettuati ai sostituti procuratori di Lecce, ce n’è ne sono diversi che suscitano curiosità, perché riguardano i rapporti che aveva con il genero di Francesco Vavalle, pregiudicato vicino al clan Mercante
“Avevo a cuore il futuro di mio figlio a cui ho un amore sviscerato .Volevo creare una rendita a mio figlio mensile per il suo futuro, per questo ho accettato, e mi misi in società con Gino Amoruso”: tra i diversi racconti fatti dall’ex giudice Giuseppe De Benedictis, ce n’è uno particolare che suscita molta attenzione anche a Bari, perché riguarda i rapporti che il magistrato ha avuto con il un noto pregiudicato,appartenete alla clan fdi Francesco Vavalle,pregiudicato vicino al clan Mercante che per molti anni è stato considerato il re delle slot machine.”
Tra i diversi documenti consegnati dai pm della Procura di Lecce, ci sono anche i vari verbali dei diversi interrogatori in cui De Benedictis illustra la presenza di 14 cambiali (una da 135mila euro e 13 da 5mila euro ciascuna, per un totale di 200mila euro) in casa sua, trovate dai carabinieri nella perquisizione del 9 aprile. L’ipotesi era che tali cambiali fossero un credito vantato dal giudice nei confronti di una società di noleggio attrezzature ubicata nello stesso stabile della sala slot di Amoruso a Palese. Cosa parzialmente confermata da De Benedictis: “Quando morì mia moglie un amico mi disse: “Dobbiamo ingrandire la vigilanza di tuo suocero, dobbiamo andare nella zona industriale di Molfetta, vieni là, metti una parte e diventi proprietario dell’immobile e della società che deve nascere”.
Il De Benetictis continua”Misi 150mila euro, che era tutta la liquidazione, volevo creare una rendita a mio figlio. Purtroppo, come al solito, sono rimasto truffato,la società si è sciolta e io, visto che le persone che partecipavano, anche se apparentemente incensurate non erano proprio il fior fiore. Quello si è irritato perché ho deciso di andarmene e ha pagato tutti tranne me, per rientrare mi rimanevano ancora tredici cambiali”.
Le perplessità dei pm di Lecce si sono fermati sul fatto che un magistrato fosse entrato in società con il genero di un pregiudicato: “Gino Amoruso ufficialmente è perbene, perché non ha nessun precedente,ha chiarito De Benedictis”. E, di fronte alle perplessità degli inquirenti,chiarisce aggiungendo- “Purtroppo non sono andato io a trovare Gino Amoruso, mi ha portato il suo amico che è socio di mio suocero, di cui mi fidavo”.
Perplessità che ha fatto pensare i sostituti perché, l’ex gip conosceva chi erano Amoruso e Vavalle, perché lui li aveva fatti arrestare nel 2006 nell’ambito di un’operazione antimafia su un gruppo che gestiva videopoker modificati tra Puglia, Calabria e Basilicata. E, anche successivamente, aveva continuato a interessarsi di loro, al punto che il 25 gennaio scorso aveva chiesto all’appuntato dei carabinieri Nicola Soriano “co-imputato per rivelazione di segreti d’ufficio” di verificare segretamente se non avessero problemi giudiziari: “Se mi puoi verificare se mi puoi fare degli aggiornamenti, sopra a quelli, Amoruso Luigi, per vedere se ci sta qualche cosa ..Non credo ma non si sa mai…”.