San Severo: Come si truccano le aste giudiziarie
Le Iene hanno evidenziato un qualcosa che sapevano tutti.
San Severo «Non mi hanno fatto partecipare all’asta giudiziaria».Volevo acquistare un appartamento e non mi hanno fatto partecipare. Si evidenza,dal video, che«qualcuno» avesse impedito la libera partecipazione a un pubblico incanto, ha scoperchiato il vaso di Pandora,che sapevano tutti a San Severo. È scattata un’inchiesta che si sta andando sempre più ramificando, e oggi è caratterizzata da un’inchiesta che la Procura di Foggia, aperta dopo la denuncia delle Iene. Ciò che sulla carta offre garanzie di trasparenza a chi è intenzionato a fare un acquisto approfittando di un’occasione, cela escamotage e sotterfugi per favorire, in molti dei casi, sempre gli stessi soggetti.
Lo confermano i primi dati rilevati dal video,che il fantomatico avvocato sanseverese andava in giro a proporre affari nella cittadina primi esiti dell’indagine. Che si evidenzieranno situazioni e circostanze,che tutti, in piccola cittadina sapevano, non faranno altro che far uscire cio’ che tutti sapevano,in maniera implicita,dando luce su un sistema illegale che coinvolge professionisti, avvocati, commercialisti, consulenti, sicuramente saranno«visitati» dagli inquirenti che hanno acquisito parecchia documentazione. È stata questa la chiave d’accesso al mondo blindato di chi monopolizza le aste giudiziarie.
Dal racconto del barbiere di San Severo,si è notata la costante presenza sempre delle stesse persone, due persone l’avvocato e il suo compare,e i due da parte del sistema,che seguivano lo stesso schema. Un trucchetto che caratterizza, poi, il sistema dei pubblici incanti in genere. I professionisti sono d’accordo, sì che uno soltanto si aggiudichi l’immobile per poi spartirselo con gli «amici».
Oltre alla sua sarà presentata solo un’altra busta con offerta inferiore. E fioccano conti esteri e si impinguano patrimoni facendo leva su estorsioni e usura.
Mentre nei territori più colpiti dalla malavita organizzata è il proprietario a intimidire l’acquirente, accade di frequente che sia l’esecutato a essere contattato dall’aggiudicatario, che vuole rivendergli l’immobile addirittura triplicandone il prezzo. L’esecutato, che manca di liquidità, o intimidito, si fa prestare il denaro dal venditore. Su estorsione e usura verte l’altro filone d’inchiesta.
L’anello debole è costituito dal nuovo sistema delle aste, che ruota attorno ai liberi professionisti. Un sistema tante volte deviato già nella partecipazione, con escamotage per fare andare deserta l’asta. Compiacenti i professionisti che fungono da «ganci», alle aste partecipano sempre gli stessi. È una lobby. Nessun altro può, perchè «ostacolato» o ingannato. In un sistema corrotto, la pubblicità è fatta quasi contemporaneamente all’avvio dell’incanto, o è ingannevole, o l’asta è disdetta e poi ricompare magicamente. C’è chi pubblicizza l’evento ma su canali poco fruiti, confidando nel «gruppo» operante fuori, per il quale si configura l’associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta perché ostacola la partecipazione di «estranei». L’immobile è aggiudicato all’ultima asta utile, quando il prezzo è stracciato.
Per le aste servono assegni bancari su liquidità immediata. Chi deve pulire il denaro lo riversa in banca e può prendere parte all’asta.
Su e giù per la penisola sono diverse le inchieste, anche se quello delle aste resta un mondo ancora poco scandagliato. È solo l’ultimo troncone d’indagine. Le Fiamme gialle di Lecce nel 2010 eseguirono 11 ordinanze di custodia cautelare per una serie di reati tra cui estorsione, turbata libertà degli incanti e corruzione, scoprendo una rete di collusione tra professionisti, dipendenti e soggetti legati alla criminalità organizzata per quanto riguarda la vendita di beni mobili e immobili.
In Calabria nel 2008 si erano addirittura unite due cosche un tempo rivali. Con le aste ripulivano il denaro sporco.