Potenza:Il Procuratore Curcio, chiuse le indagini su Enrico Laghi, l’ex commissario straordinario accusato anche di concussione
Il dott.Laghi,nominato commissario dal Governo Renzi,dovrà rispondere anche di corruzione,in atti giudiziari.Per la Procura di Potenza lo stesso è anche il “mandante e organizzatore” di una azione,definita “ criminosa”.Fece nominare come difensore l’avvocato Giacomo Ragno, uomo molto intimo all’ex procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo, anche lui indagato con l’accusa di aver garantito “una particolare attenzione alle esigenze di Ilva in As” in cambio di una attenzione particolare alla sua carriera e quella dei suoi delfini.
La Procura di Potenza lo ha definito il “mandante e organizzatore” di una azione definitiva criminosa, che è riuscita ad imporre ai due dirigenti dell’Ilva, imputati in altri processi penali dinanzi al tribunale di Taranto.La sua influenza fece nominare come difensore l’avvocato Giacomo Ragno, uomo molto vicino ed influente a Carlo Maria Capristo.Ricordiamo che lui è indagato con l’accusa di aver garantito “una particolare attenzione alle esigenze di Ilva in As”.
Pertanto nella sua lunga lista di reati,dovrà rispondere anche di concussione, ex commissario straordinario dell’Ilva di Taranto.La Procura di Potenza lo fece arrestare,(arresti domiciliari) il 27 settembre scorso rimesso in liberta dal tribunale della libertà.
La Procura di Potenza definisce la sua rete di affari,molto interessante intorno all’acciaieria ionica. Il manager italiano era già accusato di corruzione in atti giudiziari, ma stando a quanto si legge nel nuovo avviso di conclusione delle indagini firmato
degli inquirenti lucani, contro di lui è stato formulato un nuovo capo d’accusa: per il
procuratore Francesco Curcio e i sostituti Anna Piccininni e Giuseppe Borriello, Laghi è il “mandante e organizzatore” di una azione criminosa che impose a due dirigenti dell’Ilva, imputati in alcuni processi penali dinanzi al tribunale ionico, di nominare come difensore l’avvocato Giacomo Ragno, uomo ritenuto vicino all’ex procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo, anche lui indagato con l’accusa di aver garantito “una particolare e favorevole attenzione alle esigenze di Ilva in As” in cambio dell’interessamento alla propria carriera.
Ed è proprio in questa macchinazione di favori,che la procura ha ritenuto di contestare un nuovo reato all’ex commissario Ilva,definendo abuso della sua posizione al vertice della struttura di Ilva in Amministrazione Straordinaria. Reato svolto tramite il suo factotum, Nicola Nicoletti,(definito dai pubblici ministeri “lanciato e rampante”) direttore ombra dell’Ilva di Taranto,avrebbe costretto i dirigenti Salvatore De Felice e Ruggiero Cola a firmare il mandato difensivo a favore di Ragno.
L’ incarico,avuto,ha dato la possibilità di incassare parcelle per quasi 300mila, ma comprimeva “il diritto inviolabile ed inalienabile degli indagati/imputati a scegliersi, scrivono i pubblici ministeri – liberamente e senza costrizioni e condizionamenti, un difensore di fiducia”. In sostanza questa nomina, secondo l’accusa di Potenza, non solo non avrebbe favorito in alcun modo Cola e De Felice, ma li avrebbe svantaggiati al punto che “in procedimenti di eccezionale delicatezza e complessità nei quali erano indagati o imputati si vedevano – si legge negli atti dell’inchiesta – difesi dall’avvocato Ragno Giacomo professionista, non solo, non di loro fiducia, non solo da loro per nulla conosciuto né personalmente né professionalmente. Il tutto viene rimarcato dal fatto che l’avvocato non avesse minimamente esperienza in reati nel settore ambientali. Cioè privo di specifiche esperienze in reati ambientali.
Inoltre per completare,Piero Amara,nelle sue ultime dichiarazioni,ha dichiarato una serie di elementi che verranno discusse in un prossimo incidente probatorio. Pertanto come scritto in un nostro pezzo ieri,gli imputati salgono da 13 a 14.Nell’ordinanza che aveva portato Laghi ai domiciliari, il gip di Potenza, aveva già indicato Laghi come un “soggetto attivo della corruzione in atti giudiziari” e nell’ordinanza che lo portò ai domiciliari, era indicato come “il regista occulto e spregiudicato” che aveva lavorato per tenere al riparo l’ex Ilva dalle azioni che avrebbero potuto danneggiare la sua vendita ai privati, obiettivo principale dell’allora governo guidato da Matteo Renzi che lo avevano nominato.
Dalla ricostruzione effettuata dai pubblici ministeri,Laghi proprio per rapporto intimo con Carlo Maria Capristo, all’epoca capo della procura tarantina, avrebbe ottenuto corsie preferenziali in una serie di procedimenti che vedevano coinvolta la fabbrica. Come ad esempio nel maxi processo “Ambiente svenduto” in cui grazie a servigi di Amara raggiunse con la procura l’accordo per il patteggiamento poi rigettato dalla Corte d’Assise. Oppure per l’incidente mortale che costò la vita ad Alessandro Morricella e portò al sequestro di Afo2: per l’accusa Capristo fece pressioni sui suoi sostituti per concedere il dissequestro dell’impianto. E ancora nel procedimento penale per la morte di un altro operaio nel quale su indicazione di Amara, la procura nominò un consulente gradito a Ilva in As e cocesse in poco più di 24 ore il dissequestro del nastro trasportatore in cui aveva trovato la morte G. Campo. Pertanto conclude la Procura di Potenza, la “svendita stabile delle funzioni giudiziarie” da parte di Capristo era il favore da restituire per l’interessamento di Piero Amara alla sua nomina come capo degli inquirenti tarantini