Nasce il controllo dei prefetti per evitare alle imprese l’interdittiva antimafia
Il governo ha introdotto una modifica, in alternativa all’interdittiva, significa quindi, all’impossibilità di ricevere finanziamenti e appalti pubblici, in presenza di “contatti occasionale” della criminalità.
La nuova norma si accompagna alle disposizioni per l’erogazione dei contributi milionari e a fondo perduto del Pnrr. L’obiettivo che si pone è ambizioso, “Attirare dalla parte dell’economia sana imprenditori che non sono mafiosi”, spiega il procuratore nazionale Antimafia De Raho.
Per Raffaele Cantone, ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, oggi procuratore di Perugia, riguardo all’incisività dell’azione antimafia di questo controllo prefettizio commenta: “Non la rafforza né la indebolisce, ma è una misura intelligente che rende più giuste e più corrette le misure”. Come funzionerà? Ci saranno problemi di applicazione?
In cinque anni le interdittive emesse dai prefetti per arginare in via preventiva le imprese sospette o infiltrate da organizzazioni mafiose,sono raddoppiate se non in alcuni casi triplicate. Nel 2017 sono state 972,mentre nel 2020 sono state più di 2000.
Adesso dopo uno studio del ministero degli Interni,il Governo vuole limitare l’uso di tale azione che blocca la società ricevente.Il decreto legge n.152 del 06 novembre 2021 mette in evidenza due strumenti che i prefetti hanno a disposizione.
Il contraddittorio con l’impresa sospetta di infiltrazione,salvo se c’è stato un contatto occasionale.
Significa che esiste un percorso di bonifica della prevenzione collaborativa che non è altro un anticipo del controllo amministrativo.
In sostanza si vuole solo dare maggiori garanzie alla società,dare la possibilità di effettuare un contraddittorio che possa eliminare dubbi e perplessità,e che l’azienda spieghi le osservazioni agli inquirenti.
Se si vuole leggere tra le righe,si vuole dare una maggiore protezione alle imprese. Le camere penali hanno discusso di tale provvedimento,perché esistevano dei dubbi normativi,che creavano perplessità sull’applicazione.
Questo, perché, in alcuni casi ci sono lavori,particolari sia di svolgimento,che di celerità nello svolgimento che non possono sopportare tempi lunghi. Il contraddittorio dovrà obbligatoriamente terminare entro i 60 giorni,che in aggiunta ai 30,che poi diventano 45 per quelle verifiche un po’ più complicate. Ma si rimanda sempre al prefetto,decidere i tempi.Tutto cio’ si da un potere discrezionale al prefetto il quale puo’disporre strade differenti per lo snellimento della procedura.
Il prefetto con questo strumento potrà effettuare una bonifica della società,entro i sei mesi a un anno. Considerando il movimento di denaro che superi i 7 mila euro.D.L.231/2001 per la responsabilità degli enti.
Sembra facile,ma è molto delicata,perché la valutazione sull’occasionalità dell’infiltrazione,che spetta solo ai prefetti, ma alcuni punti che devono essere visti attentamente,perché sbagliare significa la revoca degli appalti,aprendo un contenzioso tra ditta e lo stato.