Il terremoto giudiziario della Procura di Potenza continua, altri indagati eccellenti
Tra i nomi compare anche un nome di una procuratrice aggiunta di Palermo, dell’ex consigliere regionale della Basilicata, Luigi Scaglione e di Barresi
Le indagini stanno andando sempre piu’ in alto e sempre a toccare elementi che hanno mansioni di alto livello nella giustizia e nella società e nella politica. Compare tra le persone per una ipotesi di corruzione,un’alta magistrata siciliana, la procuratrice aggiunta di Palermo Annamaria Piccozzi. Successivamente a seguire un ex consigliere regionale lucano, Luigi Scaglione giornalista politico di lungo corso,e un superteste dell’accusa, come l’ex direttore generale del San Carlo di Potenza, Massimo Barresi.
Le maglie della giustizia si stanno sempre piu’allargando anzi di piu, si va avanti scoprendo tanti mini accordi che formano un grosso accordo. Da una serie di indagine sulla gestione della giustizia di Capristo sta arrivando a scoperchiare un pentolone di grossa entità ,dove si stanno riscontrando una serie di elementi investigativi che stanno facendo emergere che la gestione politica amministrativa e sanitaria passava della Regione Basilicata andava in Puglia e proseguiva per la Campania.
Che l’inchiesta dei pm guidati dal procuratore Francesco Curcio sulla mala politica lucana e pugliese, per cui nei mesi scorsi sono stati iscritti sul registro degli indagati, tra gli altri, gli assessori regionali Franco Cupparo (attività produttive) e Rocco Leone (sanità). Più il capogruppo azzurro in Consiglio regionale, Francesco Piro, i direttori generali del Dipartimento salute di via Verrastro e dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo, Ernesto Esposito e Giuseppe Spera, il senatore Salvatore Margiotta (Pd), già sottosegretario ai Trasporti del governo Conte II, e una pattuglia variegata di primi cittadini e imprenditori e amministratori Pugliesi
Il tutto sta emergendo da alcune dichiarazioni effettuate ed emerse anche in tempi recenti, dagli uffici della procura di Potenza, ai tanti che nelle ultime settimane hanno avuto ripensamenti e dubbi sulla propria attività professionale da chiedere al Procura in base l‘articolo 335 del codice procedura penale consente alla persona offesa o sottoposta alle indagini, di conoscere le sorti del procedimento in corso. Per fare ciò è possibile presentare un’apposita istanza alla Procura della Repubblica competente in relazione al luogo di commissione del reato. Questo ha portato ad una serie di ammissioni ad una serie di spontanee dichiarazioni che ha aperto una stradone dove sta andando in discesa. Tutto cio’ ha portato scompiglio perché non si pensava se succedesse tutto questo.
Che ci sia curiosità sul prossimo immediato futuro sicuramente perche il mese di ottobre è il mese delle udienza degli incidenti probatori. Certamente sviluppi del lavoro degli investigatori su un fascicolo datato 2019, significa essere celeri e veloci. Si dovranno vedere se il tutto definito o in parte delle richieste di archiviazione, o di rinvio a giudizio saranno accettate.
Sicuramente da indiscrezioni emerse alle accuse verranno proposte anche misure cautelari. Una prospettiva tutt’altro che realistica dal momento che tra i capi d’imputazione provvisoria formulati, oltre alla corruzione, compaiono reati come la concussione, l’abuso d’ufficio, la turbative d’asta, l’associazione a delinquere, e persino lo scambio elettorale politico-mafioso.
In questi due giorni in uno scenario già abbastanza composto,si è allargato della maxi-indagine potentinapugliese , l’iscrizione di un magistrato di altra sede la procuratrice aggiunta di Palermo.Questo bloccherebbe momentaneamente il lavoro perche le competenze di giudizio dovrebbero passare ad altra procura.. Da definire, però, c’è la questione della competenza date le leggi che impongono la trasmissione delle indagini su presunti reati commessi dai magistrati in alcune sedi prestabilite, come nel caso di specie Caltanissetta. Per le toghe palermitane.
L’ex direttore generale del San Carlo, Barresi, sebbene tra le ipotesi di reato a suo carico ci sono atti persecutori, assieme all’abuso d’ufficio e la corruzione. Ipotesi di aver impedito agli inquirenti di interrogarlo senza l’assistenza di un difensore, come è invece previsto per gli indagati.
L’inchiesta sulla mala politica lucana era partita nel 2016 da una serie di spunti investigativi emersi durante gli accertamenti della squadra mobile di Potenza su un presunto sistema di «collusioni fra pubbliche amministrazioni, professionisti e imprenditori lucani e pugliesi ». Sistema che sarebbe ruotato attorno allo studio legale di un noto avvocato civilista del capoluogo lucano, Raffaele De BonisCristalli insieme ad avvocati pugliesi.
Dalle verifiche che stanno riscontrando sulla macchina sanitaria Lucana la procura di Potenza sta mettendo al vaglio tutto cio’ che la Procura di Trani nella persona di Capristoabbia potuto influenzare portando un vantaggio economico , amministrativo e sopratutto Politico a se o a persone a Lui vicine. Il Gip di potenza lo descrive scaltro e molto determinato a raggiungere gli obbiettivi senza minimamente rendersene conto che una dietologia professionale una etica ed un segreto professionale esiste. Si stanno verificando alcune sentenze del Tribunale di Trani, con provvedimento del aprile2019,che boccio un ricorso di un grande istituto finanzio , creditore di una grande struttura in Amministrazione Straordinaria, con il quale l’istituto bancario chiedeva l’annullamento dell’atto di compravendita dei beni del complesso aziendale
Con la prosecuzione delle indagini affidate alla Squadra Mobile e alla Guardia di Finanza di Potenza dove hanno bocche cucite perchè il gruppo è stato creato direttamente dal Procuratore Curcio il quale è molto abbottonato.Ricordiamo che l’ufficio legale, dove si effettuavano riunioni e si prendevano decisioni condizionando sia la parte politica che la parte amministrativa della regione con precise idee di gestione della SANITA Lucana è del vecchio avvocato che ancora agli arresti, legale definito “il vecchio avvocato nell’ambiente” che ha fatto arrivare gli investigatori al governatore lucano Marcello Pittella(Pd), e al suo segretario, Biagio Di Lascio che gestivano e coordinavano in maniera maniacale e precisa.