FOGGIA LA CITTÀ MENO DIFFERENZIATA DEL CENTRO SUD.

Siamo tra le città con meno differenziata d’Italia e paghiamo tasse superiori alla media. Rifiuti, i ritardi troppo lunghi della raccolta a Foggia: tra l’incudine e il martello i foggiani, un po’ “vandali” un po’ capro espiatorio di una città sporca. L’ex assessore rassicuravano “Tutto pronto per la svolta”

Sulla raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade di Foggia, tornati alla ribalta nelle ultime settimane con decine di segnalazioni dei cittadini su una città sempre più sporca, vi sono alcuni dati oggettivi (confermati e condivisi trasversalmente dalle parti coinvolte) da cui bisogna partire e opinioni differenti, invece, sulle specifiche responsabilità, che vanno dalla gestione dei servizi all’educazione civica dei foggiani.
I dati oggettivi sono essenzialmente due. Da un lato Amiu (la società municipilizzata atta alla nettezza urbana) è attualmente in sottorganico di 80 unità, come confermano tutte le voci ascoltate in merito, , e l’ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Fatigato. Il secondo dato oggettivo è che a Foggia l’organizzazione di questo servizio pubblico va avanti da 7 anni con un contratto provvisorio, rinnovato di 6 mesi in 6 mesi, e mai reso definitivo. E con esso manca la carta dei servizi, uno strumento di trasparenza necessario previsto dalla normativa per definire gli standard di qualità e dettagliare al cittadino il servizio svolto. Nelle carte servizi si trovano, per esempio, anche informazioni sulla frequenza con cui vengono igienizzati i cassonetti, pulite le strade o svuotati i cestini. Ebbene il capoluogo dauno fa parte di quei 4 comuni su dieci che – secondo il dossier “Rifiuti Urbani” reso noto dall’osservatorio di cittadinanzattiva.org – nel 2018 non ha pubblicato la carta nè sul sito del Comune nè su quello di Amiu. Il problema, a Foggia, è che la carta dei servizi così come il contratto definitivo di gestione della nettezza urbana non sono mai esistiti, almeno da quando Amiu ha rilevato il servizio, agli inizi del 2013, dopo il fallimento di Amica.
Eppure la delibera del 24 marzo 2014 in cui il Comune di Foggia sanciva l’ingresso come socio azionista in Amiu Puglia prevedeva una convenzione di 9 anni. “Possibile che in tutto questo tempo, stante un atto amministrativo che decretava il rapporto a lunga durata tra il Comune e Amiu, a Palazzo di Città non si sia stati in grado di stipulare un contratto di gestione e servizi definitivo?”, si chiedono diversi osservatori che da anni si occupano della questione.Speriamo che i commissari facciano qualcosa.
Ed è qui che, per molti versi, risiederebbe lo stato di confusione: uno stato di confusione prolungata che per alcuni è causa diretta di un servizio inefficiente, da settimane, quando non mesi, sotto gli occhi di tutti, e non solo per ciò che riguarda il conferimento degli ingobranti, tra le questioni a tenere banco in città nell’ultimo periodo (e su cui ci sono segnalazioni di cittadini in attesa da un mese che Amiu vada a ritirare materassi, piuttosto che frigoferi o elettrodomestici vari) quanto anche per lo svuotamento a rilento dei cassonetti e del conseguente riversamento in strada delle buste di immondizia. Ci sono diverse zone della città, dal Candelaro al Cep passando per strade più centrali come viale Di Vittorio, in cui le condizioni igienico sanitarie delle strade a ridosso delle isole ecologiche appaiono ormai spesso insostenibili.

Eppure il contratto di servizi, seppur provvisorio, vale un piano economico finanziario ammontante a circa 23 milioni di euro l’anno (più qualche altro milioncino a parte, sempre a carico dell’amministrazione comunale, per i costi di smaltimento) impone la raccolta dei rifiuti sul territorio comunale sei giorni su sette esclusa la domenica. Una raccolta su cui, sempre da contratto, l’amministrazione comunale dovrebbe vigilare settimanalmente con controlli puntuali sulle aree ripulite. E in questo, per Cislaghi come per altri attenti osservatori, sussisterebbe l’altra falla del Comune dal punto di vista tanto amministrativo-contabile quanto operativo. Un’opinione sostenuta se non altro dall’evidenza delle condizioni in cui la città versa, sottolineano.
“Amiu – afferma Giorgio Cislaghi, delegato Ambiente Acli provinciale Foggia – a cosa sta dando priorità? Vorrei saperlo. Oppure è talmente sottorganico che non ce la fa a fare più niente? Allora, se non ce la fa, che lo dica e il Comune ne prenda atto, che ne prenda atto anche la dirigenza di Amiu, perché noi continuiamo a pagare il servizio come se fosse svolto puntualmente. Anzi paghiamo mediamente più degli altri comuni avendo un servizio peggiore. E’ una questione di civiltà. Ecco perché mi arrabbio quando dico che manca un piano dettagliato della raccolta dei rifiuti. Se il Comune non chiede ad Amiu voce per voce cosa costa e cosa deve rendere, lì non ci si capisce niente”.
Foggia, sempre secondo l’Osservatorio di CittadinanzAttiva, con 328 euro di Tari, ha una tassazione superiore alla media nazionale (300 euro) per un servizio di raccolta differenziata al 23,9% (dato publicato a novembre 2019 e, tra l’altro, inferiore rispetto a quelli riportati sul sito di Amiu Puglia) che adagia il capoluogo dauno all’86esima posizione nella graduatoria nazionale del virtuosismo ecologico afferente ai 109 capoluoghi di provincia italiani; nonché alla penultima posizione nella gara dei capoluoghi pugliesi, restando, di più, fanalino di coda subito prima di Taranto (al 17,2%), ultima, la città ionica, di una lista che vede invece in testa Barletta al 68,1%, Andria al 63,4%, Lecce al 58,3% e Bari al 39,9%.
“Quando venne Amiu i dipendenti Amica erano nettamente superiori al fabbisogno di raccolta rifiuti della città tant’è vero che il numero dei dipendenti di Amiu nel costo di gestione superavano il 60% dell’intero costo gestionale di tutta la raccolta – sottolinea Marcello Sciagura, ex consigliere comunale fino al 2019 che ha condotto in consiglio comunale anni di battaglie, dati alla mano, sulla questione – per cui si doveva scendere al di sotto di una certa percentuale affinché questo valore, ossia le spesa per i dipendenti, rientrasse nell’ambito di normalità. Però bisogna tener presente che attualmente molti sono andati in pensione da allora. E adesso ci si trova in una situazione nella quale Amiu si trova ad avere un minore esborso economico avendo sempre lo stesso ritorno. E presubilmente Amiu dice che se il Comune non propone un contratto definitivo, a questo punto, non le conviene assumere del personale che potrebbe ritrovarsi sul groppone se, per ipotesi, il Comune dovesse successivamente decidere di sciogliere il rapporto in house con la società.Domani continueremo ad informarvi visto che le notizie sono tante.

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