GAZZETTA MEZZOGIORNO, TORNI IN EDICOLA DA GIORNALE INDIPENDENTE. I GIOCHI DI PALAZZO RESTINO ALTROVE.
Nel commentare i nostri pezzi in difesa dei giornalisti e dei poligrafici della Gazzetta del Mezzogiorno, qualcuno ci ha chiesto il motivo di questo interesse. In fondo siamo anche noi un giornale, giovane che si immerge in un mondo concorrenziale. La tua morte è la mia vita, nel mercato perfetto. Abbiamo risposto pubblicando volentieri la nota di Fnsi e Assostampa, che ancora una volta stigmatizzano l’assurdità di questa situazione. Ma forse qualche spiegazione in più la dobbiamo per questa nostra difesa della storia e della continuità della storica testata del sud. Non crediamo al valore del libero mercato, alla perdita di tante professionalità e di una voce importante del giornalismo del quotidiano. Crediamo che la nostra sia una battaglia in fondo personale, per un giornalismo plurale e indipendente, indipendente perché plurale. E poiché aspiriamo ad essere indipendenti e che i nostri lettori ci percepiscano così, agevolati dalla gratuità della pubblicazione su internet, ci permettiamo ora di non capire il comportamento delle curatele fallimentari, alla luce della nota Fnsi e Assostampa . Perché questo ritardo nell’assegnazione definitiva della testata e del giornale? Ci spieghiamo, avendo letto le carte. È un fatto che la Ledi abbia cessato senza preavviso allo scadere dell’affitto, al 31 luglio. Ma nel contratto di affitto era prevista la proroga, sostanzialmente automatica, per sei mesi. La proroga e anche il contratto di affitto sarebbero cessati immediatamente con l’aggiudicazione definitiva, a cui evidentemente aspirava legittimamente la Ledi. Per l’irrisorio prezzo di affitto, mille euro all inclusive. Ma l’aggiudicazione non poteva essere a costo zero. E quindi è partita una procedura competitiva per il concordato fallimentare. Alla migliore offerta per i creditori dei due fallimenti, Edisud e Mediterranea. Nelle more della gara, la proroga dell’affitto garantiva la continuità aziendale. Nel contratto l’unica condizione per la proroga è l’autorizzazione da parte del fallimento Mediterranea, proprietario della testata. Il 19 luglio il fallimento Edisud comunica a Ledi che il fallimento Mediterranea ha concesso la proroga di tre mesi fino al 31 ottobre e chiede di comunicare la risposta in tempi strettissimi. In realtà non vi era bisogno di una risposta della Ledi sull’accettazione della proroga. Non era prevista nel contratto di affitto. Se il fallimento Mediterranea aveva concesso la proroga fino al 31 ottobre, non vi era bisogno di altro. Certo il rischio è che la gara per l’assegnazione definitiva fosse vinta da impresa diversa dall’affittuario. Ma questo è un rischio che la società dei Ladisa, “sponsorizzata” dal governatore, conoscevano bene. Era nel contratto. E i patti si rispettano. Per cui non capiamo come si sia potuto arrivare a questo incredibile epilogo della chiusura temporanea del giornale. E chiediamo alla curatela del fallimento Edisud e al giudice delegato: ma la Ledi quando ha risposto alla pec del 19 luglio? E soprattutto, cosa ha risposto? Se la risposta fosse stata negativa, la curatela fallimentare avrebbe dovuto immediatamente allertare tutti sull’imminenza della fine dell’affitto, per le determinazioni del caso. E non lo ha fatto. Quindi la risposta della Ledi dovrebbe essere stata positiva. Poi, improvvisamente, il cambio di decisione e, un giorno prima della scadenza originaria dell’affitto, la scelta sconsiderata – alla luce delle conseguenze e degli obblighi contrattuali – di retrocedere al fallimento tutti i rapporti di lavoro. Non capiamo. C’è stato un vincitore della procedura competitiva? Stiamo parlando di due fallimenti e di un concordato fallimentare. Ha vinto Ecologica di Miccolis o Ledi dei Ladisa? Sembra che l’offerta di Ecologica sia stata di gran lunga superiore a quella della Ledi. E perché allora l’assegnazione definitiva non viene formalizzata per consentire la ripresa dell’attività e delle pubblicazioni? E perché l’ex procuratore Sebastio si permette di affermare che la Ledi è ancora in corsa, dopo il disastro che lo stop alle pubblicazioni (deciso esclusivamente da Ledi) ha cagionato alle procedure fallimentari e ai creditori, ai giornalisti e ai dipendenti, non ultimi ai lettori della Gazzetta? C’è qualcosa che ci sfugge, nonostante siano chiarissime le procedure di legge e le responsabilità di chi le ha violate. Pretendiamo chiarezza e velocità di decisione. Anche da parte del Tribunale di Bari e degli organi fallimentari. Perché aspiriamo ad essere giornale indipendente e speriamo che una grande testata riprenda ad essere un grande giornale indipendente.