GLI INTERESSI PARTICOLARI DI CAPRISTO E DEL GRUPPO DENOMINATO “INTRECCIO”.
Come scritto nei precedenti giorni in cui abbiamo illustrato la situazione giudiziaria e i vari interessi dell’ex Procuratore Capristo e le persone a lui vicine che creavano “il sistema Intreccio”. Gli inquirenti stanno riscontrando che alcuni procedimenti presentati al Tribunale di Trani di società pubbliche, private e ecclesiastiche che erano entrati in crisi o che stavano in crisi o che erano in attività di insolvenza ex art.5 legge fallimentare del mondo economico locale ,inerenti attività di servizio e attività economiche e servizi sanitari.Proprio quest’ultime sono sotto la lente di ingrandimento della procura di Potenza che vuole vederci chiaro. Come abbiamo pubblicato ieri il cerchio di amicizie,di particolari interessi che giravano intorno all’ex procuratore e alle persone che avevano interessi a proprio uso e vantaggio.Che potevano muovere volumi di soldi solo per agevolare grandi operazioni su strutture sanitarie pubbliche acquisite da altre strutture private.Il caso più clamoroso potrebbe essere quello della Congregazione ancelle della divina provvidenza, l’ente ecclesiastico che gestiva le tre strutture ospedaliere a Bisceglie, a Foggia e a Potenza.I fatti sono noti perché se ne parlo ai tempi in maniera particolare, perché il vescovo di Trani di allora , Mons. Pichierri ricevette un avviso di garanzia che fece allarmare l’opinione pubblica ecclesiastica, economica e politica.Nel gennaio 2018 il Consiglio generale della CDP si affidò ad una società di consulenza, di cui faceva parte come socio l’avv. Bartolomeo Cozzoli, (uomo vicinissimo all’On/le Boccia), per il risanamento e la vendita dell’azienda. A maggio 2008 Cozzoli e gli altri due soci presentarono il progetto Cosma di risanamento, addebitando le responsabilità della crisi della CDP alla Regione Puglia cosa vera, che non adeguava le tariffe delle prestazioni sanitarie.Il progetto Cosma non venne attuato e allora Capristo, all’epoca Procuratore capo di Trani, chiese che si presentasse istanza di fallimento della CDP il 24 aprile 2012,cosa che non si poteva effettuare perchè la struttura faceva capo al Vaticano,pertanto ci voleva una missiva di autorizzazione della Santa Sede di Roma. Nel frattempo l’arcivescovo di Trani, Mons. Pichierri, veniva indagato per usura dalla stessa Procura. Dopo l’istanza di fallimento i vertici ed i legali della CDP si interfacciarono con Capristo per concordare una soluzione giudiziaria comune.L’ex procuratore Capristo sollecitava ripetutamente il ricorso all’ amministrazione straordinaria per dare discontinuità gestionale della CDP, mentre i vertici dell’ente ecclesiastico erano orientati per il concordato preventivo , che comunque sarebbe avvenuto sotto il controllo del Tribunale fallimentare di Trani. Alla fine CDP e Capristo concordarono di seguire la strada concordataria e la Procura di Trani a luglio 2012 acconsentì al rinvio dell’udienza prefallimentare all’8 novembre 2012, per consentire la presentazione del concordato.Invece Capristo non demordeva e, su sua sollecitazione, l’indagato Arcivescovo di Trani Mons. Pichierri convocò il 13 ottobre 2012 una riunione informale in Curia a Trani per discutere la soluzione della vicenda giudiziaria della CDP. Alla riunione predetta erano presenti, oltre al presule, tre sacerdoti della Curia, un legale inviato dalla CDP ed infine il dott. Vincenzo Pomo, dirigente dell’Assessorato alla Salute della Regione Puglia. In quell’incontro il dott. Pomo rappresentò la volontà del Procuratore Capristo di optare per l’amministrazione straordinaria, come anche confermato dal Vescovo, ed alle osservazioni del legale della CDP il dirigente regionale rappresentò addirittura la possibilità di avere potere per far nominare a Commissario Governativo per l’amministrazione straordinaria attraverso, un alto dirigente del Ministero dello sviluppo economico; ed evidenziando, inoltre, che vi erano personalità biscegliesi di alto profilo capaci di assolvere il detto incarico e che, in caso di ricorso da parte della CDP alla procedura di amministrazione straordinaria. l’ente ecclesiastico sarebbe stato meno attenzionato dalle diverse forze di polizia. Dell’incontro del 13 ottobre 2012 fu fatta una registrazione audio che, su ordine di una Procura Pugliese ,fu sequestrata, dopo aver sentito a sommarie informazioni il dirigente della regione, che confermò di aver partecipato all’incontro. Quella registrazione audio e il verbale di interrogatorio del dirigente fu secretato ma trasmessi alla Procura di Trani in occasione del coordinamento istruttorio del settembre 2013. Dopo la predetta riunione del 13 ottobre 2012 comunque la CDP depositò il ricorso per concordato preventivo in data 7 novembre 2012, poi autorizzato dal Tribunale di Trani ad aprile 2013.Allora i Commissari giudiziali nominati dal Tribunale di Trani cominciarono a spingere per la revoca del concordato preventivo e Capristo fece sequestrare 28milioni di euro ad un Ente religioso collegato con CDP.Nel frattempo, il MISE, di concerto con il Ministero della giustizia, con decreto del 10 aprile 2013 aveva spianato la strada alla nomina dell’avv. Cozzoli come commissario straordinario della procedura di amministrazione straordinaria della CDP, che era incompatibile per legge (art.38, comma 1-bis, d.lgs. n.270/1999 pubblicato sulla G.U.n.126 del 31/05/2013) “Regolamento recante determinazioni dei requisiti dei commissari “ad assumere “in futuro” l’incarico di commissario straordinario della CDP per avere avuto rapporti non occasionali di collaborazione o consulenza professionale con la CDP per il progetto Cosma del 2008.Modificando per la bisogna (di Cozzoli) il decreto del 24 dicembre 2003, senza modificare la legge (che mantiene l’incompatibilità), il MISE ha stabilito che i commissari straordinari non devono avere rapporti non occasionali di collaborazione o consulenza professionale con gli Enti che andranno a chiedere la procedura di amministrazione straordinaria (CDP) entro i due anni dalla sentenza che dichiara lo stato di insolvenza.A questo punto è tutto pronto e nel novembre 2013 la CDP deposita istanza di amministrazione straordinaria “diretta”, cioè senza il controllo giudiziario del Tribunale di Trani, rinunciando al concordato preventivo e revocando l’incarico ai suoi consulenti.Allora con decreto del 19 dicembre 2013 il MISE ha ammesso la CDP alla procedura di amministrazione straordinaria diretta, prevista dal d.l. n.347/2003, e ha nominato, ovviamente, l’Avv. Cozzoli di Bisceglie quale Commissario straordinario e il Tribunale di Trani si è limitato a gennaio 2014 a dichiarare lo stato di insolvenza della CDP, prendendo spunto dalle relazioni negative dei Commissari giudiziali, e a revocare il concordato preventivo.Il deputato andriese Giuseppe D’Ambrosio dei 5S a gennaio 2014 ha presentato una interrogazione parlamentare, mettendo in discussione i criteri di nomina diCozzoli a commissario straordinario, ma il MISE gli ha risposto richiamando i requisiti del nuovo decreto del 10 aprile 2013, dimenticandosi l’incompatibilità prevista ancora dalla legge.
Vi saranno altre interrogazioni parlamentari del parlamentare 5S Galantino di accesso agli atti della procedura di amministrazione straordinaria della CDP, a cuiil MISE non ha dato risposta o addirittura, ha invocato il segreto “industriale”.Per tenere riservata la procedura di amministrazione straordinaria CDP,addirittura, il Governo con il d.lgs. n.97/2016 ha eliminato l’obbligo di tutte le pubbliche amministrazioni, tra cui il MISE, di pubblicare gli atti di autorizzazione.
Cosa è successo vi renderemo conto nei prossimi giorni.